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Rivista trimestrale di Geopolitica e Informazione Europea - Anno I n.0 LUGLIO 2016 Aut. Tribunale di Napoli n.17 - 24 febbraio 2016 www.europalab.org COMPRENDERE L’EUROPA DI OGGI PER DISEGNARE L’EUROPA DEL FUTURO SPECIALE PROGRAMMI EUROPEI HORIZON 2020 - COSME - FONDI STRUTTURALI

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Rivista trimestrale di Geopolitica e Informazione Europea - Anno I n.0 LUGLIO 2016Aut. Tribunale di Napoli n.17 - 24 febbraio 2016

www.europalab.org

COMPRENDERE L’EUROPA DI OGGI

PER DISEGNARE L’EUROPA DEL FUTURO

SPECIALE PROGRAMMI EUROPEI HORIZON 2020 - COSME - FONDI STRUTTURALI

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INDICE

Comprendere l’Europa di oggi per disegnare quella del futuro

Il giro di boa della Strategia Europa 2020 per la crescita, il nuovo scenario europeo ed internazionale post Brexit, le sinergie tra la gestione diretta e indiretta nella nuova programmazione, le opportunità per le piccole e medie imprese e la programmazione dei fondi strutturali in Campania al centro del primo numero di Europalab, rivista di appro-fondimento dell’associazione Prospettiva Europea.

Un progetto di lungo respiro che mira ad analizzare e comprendere lo scena-rio europeo nelle sue varie sfaccetta-ture per trarne spunti di riflessione e contributi per il rilancio del processo di costruzione europea, in riferimento so-prattutto agli ambiti, oggetto di studio dei sei laboratori della Rivista: gli obiet-tivi di Europa 2020, le opportunità del-la nuova programmazione diretta e in-diretta, lo scenario geopolitico globale, la valorizzazione del settore culturale, i progetti di sviluppo locale e le nuove frontiere della comunicazione.

A sei anni dalla formulazione della Strategia Europa 2020 per una cresci-ta intelligente, inclusiva e sostenibile, è tempo di valutare in che misura sono stati raggiunti i traguardi prefissati in riferimento ai molteplici settori: i primi feedback ci dicono che solo attraverso un deciso impegno da parte degli Stati membri nel cambiamento di approccio a livello nazionale e nel lavoro sinergico a livello europeo sarà possibile ristabi-lire la fiducia e riportare l’intera UE a crescere.

Un approccio nuovo in cui i concetti di identità e cittadinanza europea per consolidarsi concretamente nel comune

sentire, devono essere letti in relazio-ne agli obiettivi della strategia europea, attraverso un grande sforzo in termini di comunicazione delle priorità e degli strumenti adoperati per il loro perse-guimento.

Tale logica spinge verso un nuovo ruolo delle autorità regionali nella nuova pro-grammazione dei fondi strutturali, che rispetto a quella precedente passa da un sistema di interventi compensativi ad un sistema di investimenti, fondato sulla programmazione per obiettivi, sull’in-novazione e sull’analisi dei risultati.

La valorizzazione delle energie prove-nienti dal territorio avviene soprattutto attraverso il sostegno al settore cultura-le, per il quale la nuova programmazio-ne prevede molteplici opportunità sia nella gestione indiretta (fondi struttura-li), sia nella gestione diretta tramite il nuovo programma Creative Europe, isti-tuito per sostenere le attività culturali e creative.

Lo sviluppo dei territori passa neces-sariamente attraverso la crescita del-la competitività delle piccole e medie imprese, spina dorsale dell’economia europea, per le quali è stato istituito il

Programma Cosme 2014-2020, di cui pub-blichiamo una presentazione, finalizzato a promuovere la creazione e lo sviluppo delle PMI, incoraggiare la cultura d’impresa, faci-litare l’accesso ai finanziamenti e supporta-re le piccole realtà imprendiatoriali aiutan-dole ad uscire dai confini locali per operare in contesto europeo ed internazionale.

La nostra iniziativa nasce per fornire un supporto nell’individuazione delle fonti di finanziamento adeguate alla proposta pro-gettuale che si intende portare avanti. Per riuscire a districarsi efficacemente nel-la giungla di informazioni inerenti la pro-grammazione europea è indispensabile un efficiente lavoro di monitoraggio attraver-so un’attenta selezione delle fonti di infor-mazione e un costante aggiornamento sul-le peculiarità dei bandi afferenti gli ambiti di intervento prescelti.

A tal fine è stata progettata la newsletter

della Rivista Europalab volta a fornire, a chi si sta avvicinando al mondo della pro-gettazione comunitaria, un aggiornamento costante sulle principali opportunità euro-pee e alcuni spunti di riflessione sullo sce-nario di riferimento.

Con il progetto Europalab, articolato in se-minari, dibattiti e laboratori di approfon-dimento, Prospettiva Europea intende sti-molare un confronto costante sull’attualità economica e politica internazionale e sul fu-turo del processo di integrazione europea.

La recente scelta della Gran Bretagna di uscire dall’Unione Europea, spinge verso una nuova riflessione sull’attuale asset-to istituzionale europeo, sulla riformula-zione della strategia e ruolo dell’UE nello scenario globale: solo attraverso un’atten-ta fotografia della realtà europea odierna potremmo trarre gli spunti necessari per disegnare l’Europa del futuro.

Europalab è la rivista trimestrale dell’Associazione Prospettiva Europea dedicata all’Europa, all’analisi geopolitica e all’economia

www.europalab.org

Anno I n.0 LUGLIO 2016

Aut. Tribunale di Napoli n.17 - 24 febbraio 2016

DIRETTORE RESPONSABILEPaolo Carotenuto

DIRETTORE EDITORIALERoberto Giuliani

Si ringraziano l’ambasciatore Guido Lenzi e il prof. Gianni Pardo per i preziosi contributi

La rivista è inviata ai soci di Prospettiva Euro-pea e si avvale di collaborazioni gratuite

Per info: www.prospettivaeuropea.it

di Roberto Giuliani

Comprendere l’Europa di oggi per disegnare quella del futuroOsservatorio geopolitico - L’inizio della fine? di Guido LenziPrimo Piano - Golpe, contro-golpe, contro-contro-golpe di GPAnalisi - Abbiamo perso la Turchia? di Gianni PardoRubrica - VisioniRubrica - Ipse DixitSpeciale Programmi EuropeiIl Valore della progettazioneHorizon 2020, la sfida dell’Ue per l’innovazioneCOSME 2014-2020, il programma europeo per la competitività delle PMISeal of Excellence - Sinergie tra fondi strutturali e Horizon 2020PON Imprese e Competitività: 380 milioni di € per il MezzogiornoCultura Crea - il nuovo programma del Mibact per le imprese della filiera culturale e creativaCooperazione Italia - Cina per l’innovazione scientifica e tecnologicaCampania, le opportunità dei POC per gli enti locali

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Non siamo, come sommariamente si dice, all’inizio della fine dell’Unione Europea. Semmai alla fine dell’inizio, di quel lungo periodo in cui il progetto comune è andato avanti quasi automaticamente: prima econo-micamente, per l’impulso della burocrazia alla quale è stato affidato il mercato comu-ne, e poi politicamente, al momento dell’al-largamento all’Est europeo emancipatosi dalla presa sovietica. Presi alla sprovvista dalla caduta del Muro, gli allora Quindici esitarono a trarne imme-diatamente le conseguenze: due referen-dum, in Francia e Olanda, Stati fondatori, bloccarono l’approvazione di una Costitu-zione che avrebbe fissato il quadro giuridico di una Unione che si era sviluppata fino ad allora gradatamente, pragmaticamente, sur-rettiziamente, ‘sulla base di fatti concreti’, come aveva previsto Monnet.Rassegnandosi alla presunta volontà popo-lare, il Trattato di Lisbona provvide a delimi-tare e collegare più chiaramente le rispettive funzioni di Commissione, Consiglio e Parla-mento Europeo, disponendo inoltre, in base al principio della sussidiarietà, una restitu-zione agli Stati e ai loro parlamenti di fun-zioni non essenziali all’Unione. Il che non ha impedito ai governi nazionali di riversare su Bruxelles la responsabilità di ogni loro di-sfunzione.Così facendo, nelle loro diverse situazioni

L’inizio della fine?

OSSERVATORIO GEOPOLITICO

di Guido Lenzi - Ambasciatore

interne, prima la Grecia, poi altri fra i quali l’Italia, e ora il Regno Unito hanno fornito alimento alla disaffezione popolare nei con-fronti del progetto unitario, tradottasi nella denuncia di un presunto ‘deficit democrati-co europeo’, un argomento che si mangia la coda. Il referendum britannico ha reso pale-se il disagio che pervade le nostre opinioni pubbliche, afflitte dalla generale crisi econo-mica che i singoli Stati non sono palesemen-te in grado di arginare.Se ne dovrebbe dedurre che il momento è ar-rivato di andare oltre, verso quella ‘sempre più stretta unione’. Cambiando marcia, pas-sando dai meccanismi automatici, burocra-tici, della Commissione a quelli propulsivi, politici, propri del Consiglio dove siedono i singoli governi. Nel perseguimento non del

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non sempre necessario consenso di tutti i Ventisette, bensì di ‘chi ci sta’. A velocità differenziate piuttosto che a geometrie varia-bili; mediante quelle ‘cooperazio-ni strutturate rafforzate’ che Li-sbona consente e le circostanze attuali sollecitano. Verso una Eu-ropa che non sia più meramente uno spazio economico-sociale, né una per ora improponibile poten-za militare, bensì quell’attore in-ternazionale coerente e credibile.Non di metamorfosi si deve trat-

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tare, bensì di una ricalibra-tura dei comuni propositi. Con quel rinnovato impul-so politico che l’Italia, più di altri, dovrebbe essere geneticamente in grado di fornire. Come fece nel ’57 dopo il fallimento della CED, nel al momento del-la ‘sedia vuota’ francese, nel con l’Atto Unico che aprì la strada alla coopera-zione politica. A differen-za di Francia, Germania, Spagna che continuano a ritenere di poter far da sé, l’Italia, da sempre, neces-sita del puntello europeo tanto per la sua coesione interna quanto per la su proiezione esterna. Ora come allora, all’Italia più che agli altri si presenta l’occasione di far valere le proprie convinzioni ed argomentazioni, di affer-marsi come interlocutore politico influente se non

come attore determinante nel riavviare il motore eu-ropeo.(L’altro ormeggio per noi essenziale che, con la de-fezione britannica, rischia-mo di perdere è quello transatlantico. Un sen-timento anti-americano torna a manifestarsi nel nostro dibattito politico interno, che può aver per-so i connotati ideologici ma non la rissosità che continua a contraddistin-guerlo).

“Da che parte stiamo? Non siamo membri della Comu-nità Europea di Difesa, né intendiamo unirci al siste-ma federale europeo. Eppure, sentiamo di avere una relazione speciale con entrambi. Questo concetto si può esprimere meglio mediante preposizioni, con la prepo-sizione “con” piuttosto che con quella “di” – noi siamo “con” loro, ma non “di” loro. Noi abbiamo il nostro Com-monwealth e il nostro Impero” Winston Churchill, discorso al Parlamento 11 maggio 1953

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IN PRIMO PIANO

di Gianni Pardo

Golpe, contro-golpe e contro-contro-golpe

La Turchia è stata per il mondo un espe-rimento di modernizzazione e laicizzazione dall’alto. Per essere chiari (anche se impre-cisi) si immagini che, nel Medio Evo spagno-lo, si fosse affermata una casta di militari con idee illuministiche ante litteram, tanto da imporre con la forza il laicismo, la libertà e la democrazia. E che questo miracolo du-rasse tanto a lungo, da far sperare che fosse definitivo.Mustafà Kemal, il Padre dei Turchi, era tutta-via troppo intelligente per farsi illusioni. Sa-peva che la nazione avrebbe corso il rischio

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di tralignare e per questo dette mandato ai suoi successori militari di intervenire, quan-do ciò si fosse verificato. E così è stato. Dopo che il leader è scomparso, i militari sono più volte intervenuti per riportare il Paese sulla retta via. Naturalmente le potenze occiden-tali, pensando di saperla lunga, si sono scan-dalizzate di questo momentaneo ricorso alla forza e non hanno badato a sufficienza al fatto che ogni volta, ripristinato il laicismo, i golpisti riconsegnavano le istituzioni alla democrazia e rientravano nelle caserme. Fino a farsi dimenticare.

Tutto ciò è durato fino all’arrivo di Recep Tayyip Erdoğan. Con lui la Turchia è anda-ta sempre più indietro, è divenuta sempre più islamica e sempre più bigotta, fino ad incoraggiare il velo per le donne e a soste-nere i terroristi del sedicente Stato Islamico. Infine, approfittando del colpo di Stato più maldestro che si sia visto (come se i milita-ri turchi si fossero mostrati singolarmente incompetenti nel compiere un atto che era largamente nelle loro tradizioni) in questi giorni Erdoğan si sta impadronendo total-mente della nazione, sta gettando in galera non decine, non centinaia, e neppure miglia-ia di oppositori veri o presunti, ma decine e decine di migliaia di persone, fra le quali, oltre ovviamente a dei militari, anche magi-strati e docenti. Come se si volesse decapi-

face. Se è vero che, malgrado ottantant’anni di Kemalismo, la Turchia può ancora avere nostalgia del Sultano e dell’assolutismo sot-to il segno di Maometto, è anche vero che, nel momento in cui dovesse assaggiare ve-ramente che cosa ciò significhi, potrebbe ri-cordarsi che, dopo tutto, aveva più ragione Atatürk. Che si viveva meglio quando nei lo-cali pubblici era imposto di vestire all’euro-pea, quando era lecito bere alcoolici, quando c’era la libertà di stampa e, soprattutto, ogni tanto, si votava.Se il recente golpe non è andato a buon fine, forse è perché una buona parte della nazio-ne è con Erdoğan. Ma se il ras sbaglierà le ulteriori mosse, potrebbe scoprire che, come prima il Paese si è rivelato più islamista di quanto si credesse, poi potrebbe rivelarsi più kemalista di quanto lui oggi sospetti. E quel giorno a sostenerlo con la forza non è detto che trovi gli uomini in divisa..

tare l’intellighenzia della nazione. Il modello indimenticabile in questo campo è il com-portamento di Stalin, in Polonia, che portò al massacro di Katyn. E le potenze occidentali non hanno nulla da dire.Forse dovremo rassegnarci a vedere tra-montare quel modello di modernizzazione democratica dall’alto. Avremo al suo posto una delle tante satrapie mediorientali in cui comanda un sultano che copre l’oscenità della sua qualifica chiamandosi Presidente. Ma certo nessuno mai si è illuso che Saddam Hussein fosse il capo delle istituzioni demo-cratiche irakene. E neanche stavolta chi ha buon senso si fa illusioni sulle reali intenzio-ni di questo signor Erdoğan.E tuttavia, forse, la Turchia non è perduta per la stessa ragione per la quale l’attuale Presidente ha potuto impadronirsi del pote-re. “L’Ancien Régime et la Révolution”, a parere di molti, è il miglior libro di Alexis de Toc-queville. A distanza di anni, si ricorda che il libro dimostra con dovizia di prove che non ci fu una profonda – e soprattutto improv-visa - differenza fra la Francia pre e postri-voluzionaria: l’evoluzione che portò dall’una all’altra fu graduale e la continuità prevalse sulla rottura.Utilizzando questo principio interpretativo della storia, è lecito pensare che il trionfo di Erdoğan – per non dire ciò che si può temere per il domani - sia dipeso dal fatto che, mal-grado ottant’anni di Kemalismo, la Turchia abbia conservato il suo fondo islamico, ar-retrato e tendenzialmente antidemocratico. E su questo farebbe leva il regime attuale. Sembrava che Mustafà Kemal avesse realiz-zato un miracolo e forse gli anni recenti ci hanno rivelato che, come tutti i miracoli, o non si era veramente avuto, o non era un mi-racolo.Ma questo stesso ragionamento è double

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L’OPINIONE

di Gianni Pardo - pardonuovo.myblog.it

Abbiamo perso la Turchia

Abbiamo perso la Turchia. E non è lezio-ne da poco. La Turchia moderna, laica, tol-lerante, democratica, è stata l’invenzione di un uomo, Mustafà Kemal Atatürk, che, col sostegno di pochi militari “illuminati”, impo-se alla Turchia, per il suo bene, un rinnova-mento così coraggioso e profondo, da avere suscitato l’ammirazione del mondo per circa ottant’anni.I militari turchi, contrariamente a quanto si è visto dovunque altrove, avevano veramente a cuore i principi del Kemalismo, e quando sono intervenuti, con ripetuti colpi di Stato (naturalmente deprecati con alti lai dai Paesi occidentali) l’hanno fatto per rimettere sul-la retta via la Turchia, restituendola sempre alla democrazia. Ma ciò è stato vero fino ad avant’ieri, quando il colpo di Stato militare non è riuscito e la gente è scesa in strada per confermare il proprio sostegno a un go-

verno tendenzialmente autocratico e ten-denzialmente islamista. Cioè – sempre ten-denzialmente – un governo com’era prima di Atatürk. E da ciò si possono trarre alcune lezioni.In primo luogo che la democrazia non è ne-cessariamente un regime moderno, nel quale sono ovviamente assicurate le libertà di pa-rola, di stampa, di religione o perfino di ve-stiario. La democrazia è soltanto un regime in cui votano in molti (oggi tutti i maggioren-ni) e questi decidono non per il loro bene, ma per quello che credono il loro bene. Inoltre, non per il bene di tutti, ma per il bene della maggioranza, che può benissimo essere in conflitto con il bene della minoranza. Anche quando il bene della minoranza è quella li-bertà che credevamo connaturata con la de-mocrazia. Insomma la democrazia non è un risultato – cioè un certo modello di società

– ma un modo di attribuzione del potere. E se con questo sistema si consegna il timone della nazione a qualcuno, fino alla dittatura, può avvenire che sia abolito lo stesso il si-stema di attribuzione del potere. Insomma prima con le elezioni si manda al governo Hitler, e poi Hitler abolisce le elezioni.Ora la Turchia, con libere elezioni, ha a poco a poco modificato il Paese che Atatürk aveva reso moderno e laico fino a farne un Paese tendenzialmente confessionale, bigotto e magari arretrato. Ecco perché possiamo dire che abbiamo perso la Turchia come la cono-scevamo. E abbiamo avuto la conferma che a migliorare un Paese non basta una guida il-luminata. Non basta che una sterminata me-tropoli largamente europea come Istanbul abbia una mentalità moderna e laica, se la maggior parte della popolazione del Paese abita in periferia, è tradizionalista e vota per un partito a tendenza religiosa, nel nostro caso musulmana. Il risultato è che anche la nazione sarà a tendenza religiosa ed anzi bi-gotta. Non basta un pugno di laici eredi di Atatürk a cambiare la vecchia Anatolia delle campagne. Gli eventi di questi ultimi anni ci dimostrano che la Turchia meritava il Calif-fo, non Atatürk.Le conclusioni cui conducono questi fatti non sono insignificanti. Innanzi tutto è vero che la democrazia è il miglior regime fra quelli offerti dalla realtà, ma chi si illude che essa conduca a decisioni sagge, o anche sol-tanto alla libertà, si sbaglia di grosso. Rima-ne assolutamente vero il detto – che pareva banale – secondo cui ogni popolo ha il gover-no che merita. Anche quando una nazione si trova ad avere un regime migliore di quello che merita – octroyé dalla storia – poi ap-pena possibile opera una svolta per tornare alla situazione precedente. Ed ecco perché la Turchia merita Erdogan. Attenzione, vale anche per noi. Gli italiani sono convinti di essere migliori del governo che hanno, ed anche per questo votano per

il M5S. Ma si sbagliano pesantemente. Il go-verno che abbiamo è il migliore che potrem-mo avere, considerando quello che siamo. È inutile chiedergli di essere più onesto, più intelligente, per economicamente saggio di quello che è. Sarebbe come chiedere agli ita-liani di essere più onesti, più intelligenti, più economicamente saggi di quello che sono.Naturalmente la storia va avanti e non è det-ta l’ultima parola. Qualcuno dice che il suc-cesso di Erdogan è anche dovuto al momento economicamente positivo attraversato dalla Turchia, che ha fatto anche chiudere gli oc-chi sui disastri accumulati da Erdogan in po-litica estera. E per conseguenza, se questo momento economicamente positivo avesse termine, potrebbe aversi nella popolazione una reazione opposta. Ma in quel momento potrà ancora esercitare il diritto di voto, per scegliere un governo diverso?Anche questo è un corollario importante. Non tutti gli errori dispongono di marcia indietro. La democrazia può votare per la dittatura, ma con la dittatura si può votare per la democrazia? O, più precisamente, in che misura il popolo è disposto a scendere in piazza e rischiare la vita, quando si tratta di riconquistare la libertà? Alcuni popoli, a cominciare dai placidi inglesi, la rivoluzione e persino il regicidio ce l’hanno nel sangue, altri, come noi italiani, non hanno mai fatto una rivoluzione. C’è di che toccare ferro.

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Visioni Benedetto XVI, l’Europa, la Turchia...

“L’Europa è un continente culturale e non geografico. È la sua cultura che le dona una identità comune. Le radici che hanno formato e permesso la formazione di questo continente sono quelle del cristianesimo. [...] In questo senso, la Turchia ha sempre rappresentato nel corso della storia un altro continente, in permanente contrasto con l’Europa. Ci sono state le guerre con l’impero bizantino, la caduta di Costantinopoli, le guerre balcaniche e la minaccia per Vienna e l’Austria. Penso quindi questo: sarebbe un errore identificare i due continenti. Significherebbe una perdita di ricchezza la scomparsa della cultura in favore dei benefici in campo economico. La Turchia, che si considera uno stato laico, ma fondato sull’islam, potrebbe tentare di dar vita a un continente culturale con alcuni paesi arabi vicini e divenire così la protagonista di una cultura che possieda la propria identità, ma che sia in comunione con i grandi valori umanisti che noi tutti dovremmo riconoscere. Questa idea non si oppone a forme di associazione e di collaborazione stretta e ami-chevole con l’Europa e permetterebbe il sorgere di una forza comune che si opponga a qualsiasi forma di fondamentalismo”. Joseph Ratzinger a “Le Figaro Magazine” del 13 agosto 2004, intervistato da Sophie de Ravinel

“Storicamente e culturalmente la Turchia ha poco da spartire con l’Europa: perciò sarebbe un erro-re grande inglobarla nell’Unione Europea. Meglio sarebbe se la Turchia facesse da ponte tra Euro-pa e mondo arabo oppure formasse un suo continente culturale insieme con esso. L’Europa non è un concetto geografico, ma culturale, formatosi in un percorso storico anche conflittuale impernia-to sulla fede cristiana, ed è un fatto che l’impero ottomano è sempre stato in contrapposizione con l’Europa. Anche se Kemal Atatürk negli anni Venti ha costruito una Turchia laica, essa resta il nu-cleo dell’antico impero ottomano, ha un fondamento islamico e quindi è molto diversa dall’Europa che pure è un insieme di stati laici ma con fondamento cristiano, anche se oggi sembrano ingiustifi-catamente negarlo. Perciò l’ingresso della Turchia nell’UE sarebbe antistorico”.Joseph Ratzinger in un discorso del 18 settembre 2004 agli operatori pastorali della diocesi di Velle-tri, discorso riportato dal quotidiano cattolico di Lugano, in Svizzera, “Il Giornale del Popolo”

Ipse Dixit Matteo Renzi sul titolo Monte Paschi di Siena Intervista al Sole 24 Ore del 22 gennaio 2016

«Oggi la banca è risanata, e investire è un affare. Su Mps si è abbattuta la speculazione ma è un bell’affare, ha attraversato vicissitudini pazzesche ma oggi è risanata, è un bel brand. Forse in questo processo che durerà qualche mese deve trovare dei partner perché deve stare insieme ad altri» http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-01-22/il-premier-mps-e-risanata-ora-investire-e-affare-073837.shtml?uuid=ACA5HDFC

Il giorno dell’intervista rilasciata da Matteo Renzi il titolo Mps quotava 0,78€ per azione. Dal grafico si può vedere l’evoluzione del titolo, arrivato a 0,27€ lo scorso 3 agosto. Pro-babilmente il premier si è fidato dei consigli dell’amico Davide Serra, gestore dei fondi Al-gebris, che prima del referendum in Gran Bretagna invitava ad investire sui titoli bancari...

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PROGRAMMIEUROPEI

In questa cruciale prima fase della nuova programmazione europea 2014 - 2020, l’ac-quisizione o il consolidamento delle com-petenze di progettazione comunitaria e di networking europeo, l’aggiornamento sulle novità del quadro istituzionale dell’Unione, unitamente alla dimestichezza nell’acce-dere alle principali fonti di informazione rappresentano un know-how fondamentale per professionisti e organizzazioni che in-tendono accedere ai programmi di finanzia-mento a livello europeo.A tal fine l’Associazione Prospettiva Euro-pea dal 2011 promuove e coordina attività formative e di approfondimento volte a for-nire gli strumenti necessari per rispondere ai bandi comunitarie e la conoscenza delle

Il Valore della progettazione per cogliere le opportunità della nuova programmazione europea

complessità operative dell’europrogettazio-ne, unitamente al valore del lavoro in team e del fare rete a livello locale, nazionale ed europeo.Nella nuova programmazione 2014-2020 le opportunità nei variegati settori sono inserite ed integrate in macroaree di inter-vento, in coerenza con i principi ispiratori della nuova strategia dell’UE Europa 2020, semplificando le modalità di accesso ai fi-nanziamenti attraverso l’accorpamento dei precedenti programmi in nuove piattafor-me programmatiche finalizzate a realizzare sinergie tra i vari ambiti di intervento. Un cenno particolare meritano le 3 aree di intervento dedicate a Formazione, Ricerca e Ambiente.

FORMAZIONENell’ambito della suddetta logica di sem-plificazione, gli strumenti comunitari per l’educazione, la formazione, la gioventù e lo sport (Programma di apprendimento permanente - Erasmus, Leonardo da Vinci, Comenius, Grundtvig - Gioventù in azione, Erasmus Mundus, Tempus, Alfa, Edulink e il programma di cooperazione bilaterale con i paesi industrializzati) sono stati integrati nel nuovo Programma Erasmus+. Il contri-buto del nuovo programma alla strategia di Europa 2020 consisterà nell’aiutare i citta-dini ad acquisire maggiori e migliori quali-fiche utilizzando le opportunità di studio e formazione all’estero. Allo scopo di ridur-re la dispersione scolastica, altro obiettivo cardine della strategia di Europa 2020, Era-smus+ agevolerà il miglioramento di tutti i livelli di istruzione e formazione, nonché l’apprendimento non formale, che verrà so-stenuto grazie agli scambi giovanili e del volontariato. La struttura razionalizzata e semplificata del nuovo programma consen-tirà di accrescerne l’efficienza, di rendere più semplice l’accesso ai finanziamenti, di ridurre le duplicazioni e la frammentazione degli interventi, sostenendo tre tipi di azio-ni: la mobilità ai fini di apprendimento indi-viduale (KA1), la cooperazione per l’innova-zione e le buone pratiche (KA2) e il sostegno alle riforme negli Stati membri (KA3).

RICERCAAllo stesso modo, tutte le iniziative finalizza-te allo sviluppo, alla ricerca e all’innovazione confluiranno nella piattaforma programmati-ca Horizon 2020, strumento per la realizza-zione dell’Unione dell’Innovazione, una delle sette iniziative “faro” della nuova strategia per la crescita “Europa 2020”. L’iniziativa “Unione dell’Innovazione” mira a creare un ambiente “innovation – friendly” che favorisca la trasfor-mazione di idee innovative in progetti capaci di generare crescita sia sul piano produttivo che a livello occupazionale. Con Horizon 2020 i vari programmi concernenti lo sviluppo delle realtà imprenditoriali e degli enti di ricerca dei Paesi dell’Unione verranno semplificati in un unico pacchetto normativo, volto a facilitare l’accesso alle singole proposte. In tal modo, iniziative già esistenti - come il Programma Quadro per la Competitività e l’Innovazione (CIP) e l’Istituto Europeo di Innovazione e Tec-nologia (EIT) – rientreranno nell’unico nuovo programma con l’obiettivo di conferire mag-giore impulso all’occupazione, soprattutto tra le giovani generazioni. Il tema del lavoro e del-le prospettive occupazionali ha visto durante l’anno in corso il coinvolgimento dei governi degli Stati membri, nella discussione prima e nell’approvazione poi,dello stanziamento di circa 6 miliardi di euro, al fine di incentivare le condizioni di sviluppo e di lavoro per la fa-scia giovanile.

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AMBIENTEIl programma Life 2014-2020, evoluzione degli omonimi strumenti delle due prece-denti programmazioni, viene riproposto in quella 2014-2020 per dare concreta at-tuazione all’iniziativa faro “Un’Europa ef-

ficiente sotto il profilo delle risorse”, in risposta alla seconda delle tre priorità della nuova strategia economica del’UE “Europa 2020” (per una crescita intelligente, soste-nibile ed inclusiva), consistente nel raggiun-gimento di un’economia più efficiente, più verde e più competitiva.Tale obiettivo si concretizza nei “traguardi 20/20/20” in materia di clima ed energia consistenti nella riduzione di almeno il 20% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990, nell’innalzamento al 20% della quo-ta delle fonti di energie rinnovabili rispetto al totale delle fonti utilizzate e nel migliora-mento del 20% dell’efficienza energetica. Sostenibilità - L’iniziativa “Un’Europa ef-ficiente sotto il profilo delle risorse” mira a favorire la transizione verso modelli di processo produttivo a bassa emissione di carbonio e verso un’economia capace di uti-lizzare tutte le risorse in modo efficiente, migliorare la competitività e promuovere una maggiore sicurezza energetica. Tali finalità vengono perseguite attraverso molteplici azioni volte a una gestione coe-rente e ottimizzata delle risorse da parte di pubblico e privato in ambito europeo e nazionale, all’aumento della competitività e alla contemporanea “decarbonizzazio-ne”. Per fare questo occorrerà completare il mercato interno dell’energia, dare attua-zione al piano strategico per le tecnologie energetiche, promuovere le fonti rinnovabi-li di energia nel mercato tramite il potenzia-mento delle reti europee e trans europee, ed infine modernizzare il settore dei trasporti mediante la realizzazione di infrastrutture di mobilità elettrica, una gestione intelli-gente del traffico, un’ulteriore riduzione di emissione di CO2, la definizione di standard

comuni e sviluppo del necessario supporto infrastrutturale.Per contribuire alla realizzazione dell’ini-ziativa faro, gli Stati membri dovranno:- ridurre gradualmente le sovvenzioni con ri-percussioni negative sull’ambiente;- adeguare i metodi di produzione e consumo;- sviluppare infrastrutture intelligenti poten-ziate e interconnesse per trasporti ed energia;- procedere all’attuazione coordinata dei pro-getti infrastrutturali nell’ambito della rete principale dell’UE che contribuiscano all’effi-cacia del sistema di trasporto globale dell’UE;- concentrarsi sulla dimensione urbana dei trasporti, responsabile principale di conge-stione ed emissioni;- utilizzare i fondi strutturali per investire nell’efficienza energetica degli edifici pubbli-ci e in un riciclaggio più efficiente;- incentivare strumenti per il risparmio di energia tali da aumentare l’efficienza nei set-tori ad alta intensità di energia come quello delle Telecomunicazioni.Tali obiettivi nella nuova programmazione 2014-2020, si potranno perseguire attraverso gli strumenti messi a disposizione dal nuovo Programma europeo per il Clima e l’Ambien-te Life 2014-2020, destinato a proseguire il percorso avviato dallo strumento finanziario Life+ (2007-2013). Il programma continuerà a fungere da piattaforma per lo sviluppo e l’uso di soluzioni, metodi e approcci che of-frono evidenti vantaggi ambientali e clima-tici al fine di contribuire all’attuazione della politica e all’applicazione della legislazione ambientale e climatica dell’Unione.

europrogettazione.net

L’OFFICINA degli EUROPROGETTISTI

LA BACHECA DEGLI EUROPROGETTISTI

FormazioneProgettazione

MANUALI E GUIDE DI PROGETTAZIONE LABORATORI SU BANDI REALINEWSLETTER EUROPALAB

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PROGRAMMIEUROPEI

HORIZON 2020 La sfida dell’Ue per l’innovazione

a cura di Paolo Carotenuto, Roberto Giuliani e Loredana Orlando * Rielaborazione dell’articolo pubblicato sulla rivista Dossier Ue di Srm - Studi e ricerche per il Mezzogiorno del novembre 2013

Con la nuova programmazione europea 2014 – 2020, tutte le iniziative finalizzate allo svi-luppo, alla ricerca e all’innovazione sono confluite nella piattaforma programmatica Horizon 2020, strumento per la realizzazio-ne dell’Unione dell’Innovazione, una delle sette iniziative “faro” della nuova strategia per la crescita “Europa 2020”. L’iniziativa “Unione dell’Innovazione” mira a creare un ambiente “innovation – friendly” che favorisca la trasformazione di idee inno-vative in progetti capaci di generare crescita sia sul piano produttivo che a livello occupa-zionale. Le priorità della programmazione 2014 – 2020, crescita intelligente, inclusiva e soste-nibile, si configurano nella strategia Europa 2020 la cui finalità consiste nella connes-sione tra sviluppo ecosostenibile – ricerca - mercato. Nell’attuazione della strategia Europa 2020, l’Ue ha stabilito cinque obiettivi chiave del-la programmazione verso i quali le politiche dei singoli Paesi membri devono orientarsi: Occupazione, Innovazione, Istruzione, Ricer-ca, Energia/Clima, settori decisivi per lo svi-luppo comunitario. La cifra stanziata nel bilancio pluriennale 2014 - 2020 per Horizon 2020 è di circa 70 miliardi di euro, così come concordato nel vertice tra gli Stati membri dell’Ue raggiunto nel giugno 2013.

La Commissione europea ha predisposto una serie di iniziative volte al perseguimento dell’azione unificante tra le competenze e gli ambiti di intervento nel campo della produ-zione e della ricerca. L’Ue può crescere in termini economici e competere nel mercato internazionale solo mediante l’implementazione di politiche di sviluppo sinergiche tra i vari attori inseriti negli specifici contesti territoriali.Con Horizon 2020 i vari programmi concer-nenti lo sviluppo delle realtà imprenditoriali e degli enti di ricerca dei Paesi dell’Unione sono stati semplificati in un unico pacchet-to normativo, volto a facilitare l’accesso alle singole proposte. In tal modo, iniziative già esistenti - come il Programma Quadro per la Competitività e l’Innovazione (CIP) e l’Istitu-to Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT) – sono rientrate nell’unico nuovo programma con l’obiettivo di conferire maggiore impul-so all’occupazione, soprattutto tra le giovani generazioni. In base all’accordo siglato il 17 luglio 2013 tra il COREPER (Comitato Rappresentanti Permanenti) e la Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, il nuovo Programma Horizon 2020, rispondendo alle finalità della strategia Europa 2020 nel supportare l’inte-ra catena produttiva dell’innovazione dalla ricerca al mercato, si focalizzerà su tre pri-orità:

- valorizzare le eccellenze in campo scien-tifico al fine di rafforzare la competitività dell’Unione Europea nei settori della ricerca e dell’innovazione; - rafforzare la leadership industriale attra-verso lo sviluppo di tecnologie a supporto della produttività delle imprese (soprattutto piccole e medie); - affrontare le nuove sfide della società avvici-nando i cittadini europei verso una maggiore familiarità con i nuovi strumenti scientifici e tecnologici e in particolare stimolando nelle giovani generazioni un interesse a intrapren-dere carriere in questo campo.Obiettivo centrale di Horizon 2020 è rappre-sentato dalla semplificazione, consistente nel ridisegnare ruoli, gestione delle risorse finanziarie e implementazione dei progetti al fine di attrarre una maggiore partecipa-zione di università, istituti di ricerca, gran-de industria e piccole e medie imprese (pmi). Una più semplice ridefinizione dei ruoli de-cisionali nella gestione dei fondi, consente una riduzione dei costi amministrativi per i partecipanti e una migliore allocazione delle risorse. Nel finanziamento delle attività vie-ne utilizzato un modello semplificato basa-to su una singola rata di rimborso dei costi ammissibili. Il rimborso può raggiungere an-che il 100% dei costi, con un massimale del 70% per le attività commerciali e per le azio-ni co-finanziate; le organizzazioni no profit possono beneficiare del rimborso totale. Horizon 2020 fornisce supporto alle attivi-tà di ricerca e di innovazione portate avanti dalle piccole e medie imprese, nelle diverse fasi del ciclo, attraverso la creazione di un apposito strumento loro dedicato, per favo-rire l’aumento della partecipazione ai pro-getti finanziati. La creazione di piattaforme tecnologiche europee, iniziative di programmazione con-giunta e partenariati europei per l’innovazio-ne, sono gli strumenti individuati da Horizon

2020 per sostenere la nascita e la diffusio-ne di partenariati pubblico-privato e pubbli-co-pubblico per la ricerca e l’innovazione. Così come previsto dal 7° PQ, anche la nuova piattaforma programmatica promuove la co-operazione con i paesi terzi e le organizza-zioni internazionali. Il nuovo strumento di finanziamento, rispet-to al suo predecessore, dispone di una do-tazione finanziaria più consistente (70 mi-liardi di euro a fronte dei 53 miliardi della precedente programmazione), che lo rende il programma di ricerca più grande al mondo. Il budget, la cui ripartizione è illustrata nella tabella riportata di seguito, è in gran parte assorbito da tre grandi macro-aeree di inter-vento.

Significativa la dotazione riconosciuta all’Eu-ropean Institute of Innovation and Techno-logy (circa 2,5 miliardi di euro); l’EIT è stato integrato in Horizon 2020 al fine di conti-nuare a rafforzare la capacità d’innovazione dell’UE e dei suoi Stati membri e contribuire agli obiettivi del programma, principalmente attraverso l’integrazione del “triangolo della conoscenza” (Istruzione superiore, Ricerca e Innovazione). Tali attività sono realizzate nel quadro delle comunità della conoscenza e dell’innovazione (KICs), costituite da orga-

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Il programma quadro per la Ricerca e l’Innovazione

Il programma quadro per la Ricerca e l’Innovazione

nizzazioni impegnate per realizzare progetti comuni su temi specifici. Cinque nuove KICs sono previste nel corso del programma. Nel 2014 sono stati lanciate le prime due sui temi ‘Una vita sana e un invecchiamento attivo’ e ‘materie prime’. Nel 2016 i temi sono ‘Foo-d4future’ e ‘produzione di valore aggiunto’, mentre il tema finale per il 2018 sarà ‘La mo-bilità urbana’. La crescita sostenibile è un obiettivo fonda-mentale di Horizon 2020: le risorse destinate all’azione per il clima e per l’efficienza sono integrate in modo da dedicare alla sustaina-bility almeno il 60% della dotazione comples-siva del Programma. Gran parte di tale spesa contribuisce al potenziamento reciproco de-gli obiettivi climatici e ambientali: si prevede che il 35% circa del bilancio di Horizon 2020 sarà indirizzato verso progetti legati al cam-biamento climatico.Altro elemento di sicuro interesse è rappre-sentato dalla diffusione dei dati e delle infor-mazioni ottenute dalla ricerca finanziata con fondi pubblici, al fine di aumentare la circo-lazione e la valorizzazione delle conoscenze e ‘aprire’ l’accesso al progresso scientifico.Horizon 2020 sarà soggetto a una verifica entro il 2017: la Commissione, coadiuvata da esperti indipendenti, effettuerà una revi-sione per valutare il grado di attuazione del programma e dei risultati prodotti, in modo da poter apportare i necessari correttivi al giro di boa del nuovo settennato. Horizon 2020 si sviluppa in stretta connes-sione con le politiche regionali, con le qua-li condivide il perseguimento dei medesimi obiettivi, così come già intrapreso dal 7° Pro-gramma Quadro. La politica regionale, rico-noscendo l’ambito regionale quale livello di governo più appropriato per promuovere la ricerca e l’innovazione, incoraggia la transi-zione verso un’economia della conoscenza

fondata sulla coesione territoriale, attraver-so il sostegno delle regioni meno avanzate supportandole nel creare adeguate infra-strutture per la ricerca. Le strategie di sviluppo regionale (SSR), nel definire le priorità dello sviluppo economico di una regione, necessitano di una forte con-notazione legata alla ricerca per adattare gli strumenti della politica regionale alle istan-ze locali.Nella prospettiva di Horizon 2020, la sfida della programmazione congiunta della ricer-ca presuppone che gli Stati Membri e i terri-tori dell’Unione si dotino di meccanismi di regolazione e finanziamento il più possibile complementari e reciprocamente integrabili. Per l’Italia, come per le altre nazioni europee, questo obiettivo si traduce nella necessità di una progressiva sintonizzazione delle proce-dure e degli strumenti vigenti con quelli indi-cati a livello europeo, in modo da facilitare le iniziative di co-programmazione e coordina-mento, limitando incompatibilità legate alla tempistica o procedurali.Di qui l’importanza per l’Italia di dotarsi di uno strumento d’indirizzo, in cui identifica-re con chiarezza le linee di azione principali da implementare per avvicinare alle prassi europee la programmazione nazionale e re-

gionale in materia di ricerca e d’innovazione, rendendola altresì più competitiva e inclusi-va. È in questo ambito che è stato elaborato HIT 2020 (Ministero dell’Istruzione, dell’Uni-versità e della Ricerca, Horizon 2020 Italia, marzo 2013), un documento nel quale viene illustrato il quadro strategico di medio-lun-go periodo per sostenere la transizione del sistema italiano verso la piena affermazione di un’economia basata sulla conoscenza e permettere al sistema italiano della ricerca e dell’innovazione di recuperare competitività e tornare a giocare un ruolo di protagonista in Europa.Nell’ultimo ventennio, la posizione italiana si è configurata in modo marginale nel con-testo comunitario relativo ai settori strategi-ci della ricerca e dell’innovazione. HIT 2020 evidenzia la specifica collocazione dei temi proposti dal nuovo programma in rapporto alle peculiarità territoriali del no-stro paese: la strategia italiana, intende inve-stire nell’innovazione dei beni e dei servizi uniformando il progresso nella conoscenza e nella creazione di un sistema pubblico – privato per coordinare le realtà presenti sul territorio. In riferimento a tale ambito è ne-cessario un coordinamento tra i diversi livel-li di governo con l’individuazione di specifici obiettivi comuni in coerenza con le strategie nazionali e regionali che dovranno essere orientate in linea con la nuova strategia Eu-ropa 2020 per la crescita.

Hit 2020 propone un piano strategico di sviluppo nel medio – lungo periodo, in co-erenza con il piano settennale della nuova programmazione (una novità rispetto ai Pia-ni nazionali di durata triennale), finalizza-to alla realizzazione di un’economia basata sulla conoscenza per far recuperare terreno all’Italia in materia di competitività rispetto agli altri Paesi dell’Ue. L’obiettivo precipuo del programma italiano è evitare la fram-mentazione, finora attuatasi, tra le proposte regionali e le priorità su scala nazionale ed europea. Pur rimanendo salde le discontinu-ità e le differenze territoriali in riferimento alle strategie di sviluppo delle singole regio-ni, HIT 2020 promuove un rinnovato rap-porto tra lo Stato e le Regioni per inserire in quadro unitario, ottimizzando in tal modo anche le risorse finanziarie, la competitività dell’Italia. Horizon 2020 rispecchia nel nome l’ambizio-ne di creare idee, crescita e occupazione per accrescere la capacità dell’Unione Europea di affrontare le sfide del mutato contesto mon-diale. A tal fine è necessaria una maggiore semplificazione da realizzare attraverso un’architettura più snella e meno burocra-tica del programma, e un unico insieme di regole.

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PROGRAMMIEUROPEI

COSME 2014-2020 Il programma europeo per la competitività delle PMI

PREMESSA - L’Iniziativa faro “Una politica industriale per l’era della globalizzazione”Il rilancio della competitività delle piccole e medie imprese è una priorità centrale nel-la Strategia Europa 2020 per la crescita. Da tale priorità è scaturita una delle 7 iniziative faro adottate dalla Commissione europea il 28 ottobre 2010 nel quadro di Europa 2020: l’Iniziativa “Una politica industriale per l’era della globalizzazione”, volta a stimolare la crescita e la creazione di occupazione man-tenendo e sostenendo una base industriale forte, diversificata e concorrenziale per ga-rantire posti di lavoro ben remunerati e uti-lizzare le risorse in modo efficiente.

Da questa Iniziativa faro deriva il nuovo pro-gramma europeo COSME 2014-2020 (acroni-mo di COmpetitiveness of enterprises and Small and Medium-sized Enterprises) per lo sviluppo e la competitività delle PMI, che co-stituiscono la “spina dorsale” dell’economia europea.Il programma COSME mira a incrementare la competitività e la sostenibilità delle impre-se delll’UE sui mercati, promuovere la crea-zione e la crescita delle PMI, incoraggiare la cultura imprenditoriale, facilitare l’accesso ai finanziamenti per le PMI; creare un am-biente favorevole alla creazione di imprese e alla crescita; sostenere le piccole imprese per renderle idonee ad operare in un conte-sto europeo ed internazionale.

LO SMALL BUSINESS ACT - Le finalità per-seguite da COSME ricalcano le linee guida tracciate dallo “Small Business Act” per le PMI europee, promosso dalla Commissione Europea nel 2008 per definire una serie di principi pensati per incoraggiare lo spirito imprenditoriale nell’UE e la crescita delle piccole imprese.Al centro dello SBA per l’Europa c’è la con-vinzione che un contesto veramente favo-revole alle PMI dipenda innanzitutto dal ri-conoscimento degli imprenditori da parte della società. Il clima generale nella società deve condurre i singoli a considerare attra-ente la possibilità di avviare una propria im-presa e a riconoscere nelle PMI un contribu-to essenziale alla crescita dell’occupazione e alla prosperità economica. La percezione del ruolo degli imprenditori deve dunque cambiare: lo spirito imprenditoriale e la vo-

lontà di assumere rischi, ad esso asso-ciata, vanno sostenuti dalle amministra-zioni. L’orientamento favorevole alle PMI deve permearsi nella politica e nel-la società, in base al principio “Pensare anzitutto in piccolo” (Think Small First). Lo “Small Business Act” mira perciò a migliorare l’approccio politico globale allo spirito imprenditoriale, ad ancorare irreversibilmente il “Think Small First” nei processi decisionali e a promuove-re la crescita delle PMI aiutandole ad affrontare i problemi che continuano a ostacolarne lo sviluppo.

DAL CIP A COSME - Cosme ha in gran parte sostituito il CIP, il Programma qua-dro per la competitività e l’innovazione del settennato 2007-2013. Per l’attuale programmazione è stato stanziato un budget di 2,298 miliardi di euro, di gran lunga inferiore al precedente impegno finanziario, frutto della razionalizzazione delle risorse stanziate in virtù di sinergie attivate con il Programma Horizon 2020 (che comprende diversi strumenti di finanziamento alle Pmi, con il trasferimento di una parte consistente delle com-petenze del CIP). Rispetto al precedente programma, circa il 60% del budget assegnato verrà destinato a garantire prestiti ed effettuare azioni di venture capital con un impatto comples-sivo stimato, tenendo conto dell’effetto leva, di 20 miliardi di prestiti e 4 miliardi di capitali di rischio, liquidità che verrà erogata in favore di almeno 350.000 imprese entro il 2020.

I potenziali beneficiari del programma sono tutti i soggetti fisici e giuridici che orbitano in-torno all’impresa: imprenditori, aspiranti imprenditori, imprese, organizzazioni di imprese pubbliche e private, start-up.I primi beneficiari di molti bandi lanciati da COSME sono rappresentanti da organismi che for-niscono assistenza e supporto alle imprese, con le imprese che beneficiano il supporto eroga-to a costituire i beneficiari di secondo livello. Le imprese o le start-up in sostanza beneficiano degli strumenti di sostegno finanziario come l’accesso ai prestiti o al capitale di rischio, ma questo avviene tramite intermediari finanziari locali il cui accreditamento è oggetto di uno specifico bando nell’ambito di COSME.

COSMEThe EU programme for the Competitiveness of

Enterprises and SMEs

DotazioneObiettivo

Aree di intervento

Soggetti ammissibili

Paesi coinvolti

2,298 miliardi di euroRafforzare la competitività e la sostenibili-tà delle imprese UE- Migliorare l’accesso ai finanziamenti destinati alle PMI sottoforma di capitale o debito- Agevolare l’accesso ai mercati sia euro-pei che internazionali- Migliorare le condizioni per la competi-tività- Promozione dell’imprenditorialitàImprese, reti di imprese, network, orga-nizzazioni di imprese pubbliche e private, Enti localiI 28 Paesi dell’Ue, i candidati ad entrare nell’Unione (Islanda, Macedonia, Mon-tenegro, Serbia e Turchia), diversi paesi vicini (Albania, Bosnia Erzegovina e Ko-sovo), i Paesi ENPI e i Paesi EFTA/SEE

DotazioneObiettivo

Aree di intervento

Soggetti ammissibili

Paesi coinvolti

DotazioneObiettivo

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Soggetti ammissibili

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COSMECOSME

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In tal modo, è possibile massimizzare gli effetti derivanti dall’adozione di simili stru-menti, garantendo importanti ricadute terri-toriali sia a livello nazionale che regionale, senza per questo produrre una duplicazione di finanziamento per i medesimi progetti.

Lo Strumento PMI (fornisce un supporto nel-le diverse fasi del ciclo di innovazione, con la predisposizione di bandi afferenti al work programme “Leadership nelle tecnologie abi-litanti e industriali” e “Sfide per la società”) e le azioni complementari sostenute da Ho-rizon 2020, sono strettamente correlate agli interventi previsti con COSME e i fondi strut-turali. In particolare le Autorità di gestione territoriali possono utilizzare i fondi strut-turali per finanziare le proposte delle PMI valutate positivamente in Horizon e Cosme, ma non sovvenzionate per l’esiguità del bud-get. Le PMI che rientrano in questa categoria, possono contattare le Autorità di gestione dei fondi strutturali per verificare l’esisten-za di linee di finanziamento corrispondenti alle priorità fissate nei vari piani di interven-to locale approvati dalla Commissione Eu-ropea. In questo caso l’adeguamento della proposta progettuale alle dimensioni e alle linee di intervento previste dai fondi strut-turali è agevolata nella fattispecie prevista dallo strumento PMI, laddove è consentita la candidatura delle singole imprese e non necessariamente la realizzazione di progetti collaborativi.

La programmazione europea 2014-2020 è stata elaborata per dare attuazione alla stra-tegia condivisa di lungo periodo con azioni comuni e coordinate per fronteggiare la crisi e fare dell’Europa un’economia basata sulla conoscenza. Per perseguire questa finalità i diversi programmi di intervento sono stati ideati con l’obiettivo di creare sinergie tra di essi e far convergere tutte le attività verso gli obiettivi indicati nella strategia Europa 2020. In tale quadro Cosme presenta legami con diversi programmi, da quello per la ricerca e l’innovazione Horizon2020 a Erasmus+, pas-sando per i fondi strutturali. Le azioni COSME cercano di ottimizzare le si-nergie con gli altri programmi, in particolare per quanto riguarda: l’internazionalizzazio-ne, l’imprenditorialità, lo sfruttamento eco-nomico di nuove idee, la creazione di nuove imprese, nuovi modelli di business, capacità avanzate per prodotti e dei servizi, la capa-cità delle PMI di impegnarsi in crescita nei mercati regionali, nazionali e internazionali, lo sviluppo di prodotti e servizi ICT, e-com-merce, e-competenze, gli investimenti in in-

COSME 2014-2020 Il programma europeo per la competitività delle PMI

COSME 2014-2020 Il programma europeo per la competitività delle PMI

SINERGIE CON GLI ALTRI PROGRAMMI EUROPEI E I FONDI STRUTTURALInovazione e ricerca, il trasferimento tecno-logico, reti, cluster e le tecnologie abilitanti fondamentali.Nel work programme di COSME vengono sot-tolineate le priorità assegnate dalla Commis-sione. In riferimento all’azione per il clima, sono previsti interventi per rispondere alla necessità delle imprese di adattarsi a un’eco-nomia efficiente a basse emissioni di carbo-nio, resistente ai cambiamenti climatici.Mentre la Commissione rimane responsabile per l’attuazione di COSME, alcune funzioni sono delegate all’agenzia esecutiva EASME (l’Agenzia europea per le piccole e medie im-prese), mentre gli strumenti finanziari sono affidati al Fondo europeo per gli investimen-ti (FEI).Le sinergie tra i programmi europei legati all’innovazione (Fondi strutturali, Horizon 2020, COSME, ecc), sono volte ad accrescere e amplificare gli investimenti in Ricerca&Svi-luppo, migliorando la competitività delle PMI e il loro impatto, attraverso la combinazione di diverse forme di supporto all’innovazione e alla competitività sui mercati.

AREE DI INTERVENTO Il programma COSME interviene in quattro macro-aree: - accesso ai finanziamenti- accesso ai mercati- migliorare le condizioni per la competitività- incoraggiare l’imprenditorialità.

ACCESSO AI FINANZIAMENTI (1)Tra i principali obiettivi di COSME vi è quel-lo di favorire un miglior accesso ai finanzia-menti da parte delle PMI con l’erogazione di prestiti e investimenti in capitale di rischio, attraverso l’adozione di due strumenti: lo Strumento di garanzia sui prestiti, che forni-sce garanzie e controgaranzie a intermedia-ri finanziari (banche, società di leasing, so-cietà di garanzia) affinché possano erogare un maggior numero di prestiti alle PMI, e lo Strumento di capitale di rischio per la cre-scita, che mette a disposizione capitale di rischio a fondi di investimento (soprattutto di venture capital) destinati principalmente a piccole e medie imprese che si trovano in fase di espansione e crescita. Secondo le stime della Commissione Euro-pea, il primo strumento dovrebbe muovere un volume di fondi compreso tra i 14 e i 21 miliardi di euro per un numero di PMI com-preso tra le 220mila e le 330mila unità, men-tre il secondo andrà a impattare su oltre 500 PMI per un volume complessivo di investi-menti compreso tra i 2,6 e i 4 milioni di euro. L’iniziativa dell’UE per le PMI è stata conce-pita come misura anti-crisi con impegni di bilancio per il triennio 2014-2016 confluiti in uno strumento congiunto alimentato da un meccanismo che consenta agli Stati membri di allocare i Fondi strutturali e di investimen-to (ESIF) sotto la responsabilità di program-

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COSME 2014-2020 Il programma europeo per la competitività delle PMI

COSME 2014-2020 Il programma europeo per la competitività delle PMI

mi gestiti direttamente dalla Commissione, con l’erogazione su base locale collegata ai contributi. Questo meccanismo è previsto dal regolamento recante disposizioni comu-ni (CPR) che disciplina l’attuazione dei fondi strutturali e il principio di tale combinazione è contenuta anche nella base giuridica di CO-SME e Horizon 2020.

Strumento di garanzia sui prestiti - Lo stru-mento di garanzia sui prestiti (Loan Guaran-tee Facility, LGF) è parte integrante di una strategia di sostegno alle piccole e medie im-prese più ampia, che coinvolge direttamente anche il programma Horizon con il meccani-smo di garanzia InnovFin, affidato anch’esso al FEI. Lo strumento funziona sotto forma di garan-zie e controgaranzie agli intermediari finan-ziari (banche, società di leasing e di garanzia, ecc.) affinché possano incrementare il volu-me di prestiti erogati alle piccole e medie im-prese, sia in termini quantitativi sia per tipo-logie di servizio erogato. L’obiettivo è quello di favorire soprattutto le microimprese (con meno di 10 dipendenti), e le imprese meno coperte da garanzie o con una “percezione del rischio” più elevata (ad esempio imprese giovani o lanciate in settori innovativi).

L’ammissibilità nel quadro dell’LGF è deter-minata per ciascun intermediario sulla base delle sue attività e dell’efficacia nell’aiutare le PMI ad accedere ai finanziamenti per pro-getti redditizi. L’LGF può essere usato dagli intermediari che sostengono le imprese tra l’altro nel finanziamento per l’acquisizione di attività materiali ed immateriali, per il ca-pitale d’esercizio e per il trasferimento di im-prese. I criteri relativi alla cartolarizzazione dei crediti a PMI comprendono transazioni individuali, transazioni con più partner e

transazioni multinazionali. L’ammissibilità è determinata in base alle buone prassi del mercato, in particolare per quanto riguarda la qualità del credito e la diversificazione dei rischi del portafoglio cartolarizzato. Fino a un importo di 150.000€ tutte le tipologie di piccole e medie imprese (indipendentemente dal settore o dimensione) sono ammissibili al finanziamento.

Rapporti con il Fondo europeo per gli in-

vestimenti strategici (EFSI) - Le risorse che possono essere messe a disposizione sotto l’LGF non sono ritenute sufficienti a soddi-sfare la domanda di mercato (cioè totale di domande pervenute da parte degli interme-diari finanziari dal FEI) per il finanziamento di piccole e medie imprese: per questo il 22 luglio 2015 è stata approvata una modifica dell’accordo COSME, per consentire la com-binazione di risorse LGF con l’aggiunta della capacità di assunzione del rischio sotto EFSI in modo da evitare interruzioni nelle opera-zioni di firma con intermediari finanziari. Questa combinazione consentirà di affronta-re investimenti ad un ritmo molto più veloce di quanto sarebbe stato possibile con il solo LGF. Strumento di capitale proprio per la cre-

scita - Lo strumento di capitale proprio per la crescita (Equity Facility for Growth, EFG) è attuato come parte di un unico strumento finanziario dell’Unione di capitale proprio a favore della crescita delle imprese e della ri-cerca e innovazione (R&I) dalla fase di avvio alla fase di crescita. Lo strumento gode del sostegno finanziario dei programmi Horizon 2020 e COSME.

L’EFG si concentra su fondi di investimento (prevalentemente venture capital) che forni-

scono capitale di rischio e finanziamenti a medio termine, come i prestiti subordinati e i prestiti partecipativi, a imprese in fase di crescita ed espansione, in particolare quel-le operanti a livello transfrontaliero, con la possibilità di investire in fondi di avviamen-to insieme allo strumento di capitale proprio per la R&I nel quadro del programma Hori-zon 2020 e di mettere a disposizione stru-menti di coinvestimento per gli investitori informali (business angel). L’EFG e lo strumento di capitale proprio per la R&I di Horizon 2020 utilizzano lo stesso meccanismo di attuazione.

Il sostegno dell’EFG è fornito direttamen-te dal Fondo europeo per gli investimenti o da altri organismi cui è affidata l’attuazione dell’EFG a nome della Commissione o da altri strumenti di investimento pensati con istitu-zioni finanziarie private o pubbliche. Gli investimenti effettuati nel quadro dell’EFG sono a lungo termine, ossia sono investi-menti in fondi di capitale di rischio di nor-ma compresi tra i cinque e i quindici anni. In ogni caso, la durata degli investimenti effet-tuati nel quadro dell’EFG non supera i venti anni a decorrere dalla firma dell’accordo tra la Commissione e l’organismo cui ne è affi-data l’attuazione.

ACCESSO AI MERCATI (2)In tale ambito l’impegno mira a permettere alle imprese europee di poter beneficiare del mercato unico e delle opportunità offerte dai mercati al di fuori dell’UE. A tal fine il programma COSME finanzia Helpdesk per le PMI, strutture di consulenza e sostegno alle PMI europee, strumenti web concepiti appositamente per lo sviluppo delle impre-se, come il portale La tua Europa - Imprese o il portale per l’internazionalizzazione del-le PMI e la rete Enterprise Europe Network (EEN), composta da più di 600 uffici in ol-tre 50 paesi che aiutano le PMI a trovare partner commerciali e partner tecnologici, a comprendere la legislazione europea e ad ac-cedere ai finanziamenti dellUE. La rete EEN assiste le PMI fornendo informazioni e con-sulenze riguardo le opportunità offerte dal mercato unico, le mutate esigenze sui temi ambientali ed energetici, le opportunità di finanziamento per far funzionare in modo più efficiente la propria impresa, l’accesso ai mercati internazionali. Il Programma fornisce inoltre un contribu-to finan¬ziario al Centro per la cooperazio-ne industriale UE-Giappone per promuovere tutte le forme di coopera¬zione industriale, commerciale e d’investimento tra i due pae-

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si, fornendo informazioni sulle modalità di accesso al mercato giapponese ed agevolan-do gli scambi di esperienze e di know-how tra le imprese europee e quelle giapponesi.

MIGLIORARE LE CONDIZIONI PER LA COMPETITIVITÀ (3) Le azioni del programma Cosme mirano a in-cidere sul contesto in cui operano le PMI e puntano a ridurre gli oneri amministrativi e regolamentari non necessari, rimuovendo gli ostacoli di tipo burocratico e sistemico che riducono la propensione al rischio d’impre-sa. In particolare si vuole sostenere la cre-azione di industrie competitive, attraverso l’adozione di nuovi modelli imprenditoriali integrati in nuove catene del valore. A tal fine si punta a integrare le azioni degli Stati membri negli ambiti ad alto potenziale di crescita, quali il settore turistico.

COSME promuove lo sviluppo di cluster di livello mon¬diale nell’Unione europea inco-raggiando le eccellenze e la loro internazio-nalizzazione con una particolare attenzio-ne alla cooperazione trans-set-toriale e alle industrie emergenti. Il programma intende inoltre accelerare la digitalizzazione delle imprese: il successo imprenditoriale passa anche attraverso la trasformazione digitale, che favorisce il confronto in mercati sempre più globali e aperti, garantendo elevati livelli di competitività e crescita.

COSME 2014-2020 Il programma europeo per la competitività delle PMI

COSME 2014-2020 Il programma europeo per la competitività delle PMI

INCORAGGIARE L’IMPRENDITORIA-LITÀ E LA CULTURA D’IMPRESA (4) La ricerca e la diffusione di buone pratiche costituiscono il quarto asse portante del programma, attraverso le attività contem-plate nel Piano d’azione per l’imprendito-rialità 2020 come la mobilità e lo scambio. In questo ambito si realizzano le sinergie con il programma Erasmus+, in particolare con l’azione per la mobilità dei giovani im-prenditori, mediante iniziative tese a creare un sistema di scambio transfrontaliero per aiutare i nuovi imprenditori ad acquisire le competenze necessarie per gestire ed espan-dere un’impresa. Si offre in particolare l’op-portunità di recarsi in un altro paese - per un periodo compreso tra uno a sei mesi - per la-vorare accanto a un imprenditore di compro-vata esperienza, così da accrescere il know-how personale e favorire la contaminazione delle idee e delle esperienze tra imprenditori.

SOSTEGNO AL SETTORE TURISTICO

Il programma di lavoro per il 2016 prevede 28 azioni da implementare, con un bilancio di 270 milioni di euro da finanziare nell’am-bito dei quattro obiettivi di COSME. Una par-te di queste azioni sono la diretta continua-zione delle azioni previste dal programma stilato per il 2015, garantendo in tal modo la continuità e la coerenza nel sostegno fornito alle PMI e agli imprenditori. La Commissione elaborerà una relazione an-nuale sull’efficienza e l’efficacia delle attività sostenute, in base ad una serie di indicatori stabiliti nel regolamento COSME e nel work programme.Uno degli strumenti finanziari istituiti nell’ambito COSME è la struttura di garanzia dei prestiti (LGF), successore del meccanismo di garanzia per le PMI istituito nel programma quadro per

WORK PROGRAMME 2016

la Competitività e l’innovazione - CIP (2007 - 2013). L’attuazione del LGF è affidata al Fondo eu-ropeo per gli investimenti (FEI). Sono previste garanzie per il finanziamento, anche tramite prestiti subordinati, leasing o garanzie ban-carie, al fine di ridurne l’accesso alle piccole imprese, portatrici di un rischio percepito elevato in virtù della mancanza di adeguate garanzie disponibili sufficienti.

Link correlati

Programma COSME - http://ec.europa.eu/growth/news/index_en.htmBandi aperti - http://ec.europa.eu/growth/contracts-grants/calls-for-proposals/index_en.htmEEN - http://een.ec.europa.eu/

Un esempio di possibile sinergia tra il Program-ma Cosme e le risorse dei fondi strutturali per la realizzazione di progetti di sviluppo del territorio con il coinvolgimento delle PMI è il bando Co-sme dedicato al sostegno del settore turistico.Il bando “Sostenere la crescita competitiva e sostenibile nel settore del turismo”, mira a svilup-pare e sostenere progetti di cooperazione trans-nazionale nel settore del turismo con il coinvolgi-mento delle PMI e in stretta cooperazione con gli Stati Membri.

I progetti dovranno focalizzarsi su 5 obiettivi della politica comunitaria nel settore del turismo, ossia:1. aumento della domanda turistica;2. diversificazione dell’offerta turistica;3. rafforzamento del turismo di qualità attraverso la sostenibilità, l’accessibilità, le competenze, le informazioni e l’innovazione; 4. miglioramento delle conoscenze socio-econo-miche;5. aumento della visibilità dell’Europa come de-stinazione turistica.

I progetti devono, inoltre, rientrare in uno dei seguenti 3 temi:1) aumento dei flussi turistici in bassa/media sta-gione;2) diversificazione dei prodotti turistici (sport, patrimonio culturale e industriale);3) miglioramento della qualità del turismo.a cura di Paolo Carotenuto e Roberto Giuliani

* Pubblicato sulla rivista Dossier Ue di Srm - Studi e ricerche per il Mezzogiorno del giugno 2016 26

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PROGRAMMIEUROPEISeal of Excellence: Sinergie tra Fondi Strutturali e Horizon 2020 per l’implementazione di progetti

integrati di ricerca e innovazioneAl fine di favorire un efficiente coordinamen-to tra gestione diretta e indiretta nell’ambito della nuova programmazione 2014-2020, il Commissario per la ricerca e l’innovazione Carlos Moedas e la Commissaria per le poli-tiche regionali Corina Cretu, hanno lanciato il “Seal of Excellence”, un certificato che at-testa l’eccellenza delle proposte progettuali presentate in risposta ai bandi del program-ma Horizon 2020, non finanziate per man-canza di fondi comunitari. Nella fase pilota tale iniziativa sarà applicata ai progetti pre-sentati all’interno dello Strumento PMI di Horizon 2020.

Il “Seal of excellence” consentirà alle regioni di riconoscere il marchio di qualità assegna-to a proposte progettuali eccellenti, presen-tate nell’ambito di Horizon 2020, favorendo loro l’accesso a differenti fonti di finanzia-mento, quali le risorse dei Fondi Strutturali e altri programmi di investimento nazionali o regionali.

Il sigillo di eccellenza aiuterà pertanto le au-torità di gestione nazionali e regionali a iden-tificare le imprese più innovative, benefician-do del sistema di valutazione svolto a livello europeo, offrendo ai progetti meritevoli una seconda chance.

L’accesso a tali fonti di finanziamento al-ternative non avviene in modo automatico: spetterà alle autorità di gestione decidere se

confermare i risultati delle valutazioni svol-te in ambito Horizon 2020, senza svolgere un nuovo processo di valutazione, vagliando la possibilità di redigere graduatorie specia-li per i progetti valutati positivamente dalla Commissione. Sarà invece automatico il ri-lascio da parte della Commissione del certi-ficato di eccellenza alle imprese che hanno ottenuto punteggi sopra la soglia (13 per la fase I e 12 per la fase II).

La realizzazione di queste sinergie tra il pro-gramma di gestione diretta Horizon 2020 e le risorse della gestione indiretta delegata alle regioni mira a dar vita a strategie di in-vestimento e implementazione di progetti di sviluppo capaci di generare un impatto signi-ficativo sui sistemi locali, combinando la cre-azione di nuove piattaforme d’investimento

per le iniziative altamente innovative ad un corretto utilizzo dei fondi europei.

Le Sinergie possono distinguersi in cinque differenti tipologie: 1 - Utilizzo di fonti finanziarie alternative per sostenere progetti valutati positivamente ma non finanziati per insufficienza di fondi.2 - Realizzazione di azioni mirate ad incre-mentare le competenze delle organizzazioni attive nei settori della ricerca e innovazione, rendendole idonee a concorrere ai bandi Ho-rizon 2020 e ad altre opportunità per i pro-getti di ricerca in ambito europeo ed interna-zionale.3 - Supporto finanziario ad azioni già finan-ziate nell’ambito di Horizon 2020 e mature per essere lanciate sul mercato.4 - Coordinamento delle risorse di Horizon 2020 e dei fondi strutturali per azioni paral-lele complementari tra loro. 5 - Implementazione, attraverso l’utilizzo combinato di più canali di finanziamento, di progetti integrati di ricerca che possono svilupparsi mediante un’unica azione o un gruppo di attività interdipendenti.

Lo sviluppo di tali sinergie avverrà mediante tre livelli di intervento: strategico, program-matico e progettuale. I primi due livelli rico-prono un ruolo cruciale nell’assicurare un’a-deguata continuità di una visione di lungo termine: è indispensabile a tal fine stimolare una cooperazione strategica tra le autorità pubbliche responsabili della programmazio-ne nel coordinare gli investimenti in ricerca e innovazione e individuare i settori di impor-tanza prioritaria per supportare la crescita e le competitività dell’economia europea.I nuovi regolamenti per i fondi strutturali e di investimento europeo pongono l’accento sull’ambito strategico e su quello program-matico, considerando le sinergie come ele-mento chiave delle “Smart Specialisation Strategies”, fattore di condizionalità ex-ante

per gli investimenti in ricerca e innovazione nell’ambito dei fondi di sviluppo regionale nell’attuale programmazione 2014-2020.La Smart specialisation strategy è un approc-cio allo sviluppo economico attraverso aiuti focalizzati sul settore della ricerca e innova-zione, dando la priorità a quelle attività con maggiore potenziale, che possano assicurare un miglior utilizzo dei fondi pubblici per sti-molare gli investimenti privati. Il consolidamento delle sinergie avrà un im-patto positivo nelle differenti aree d’Europa, in termini di occupazione, sviluppo locale e innovazione, fattori chiave per la crescita della competitività dell’economia europea.Lo step successivo sarà massimizzare le si-nergie tra la gestione diretta e indiretta non solo tra questi due strumenti, ma estenden-dole anche ad altri programmi quali COSME, Erasmus+ e Connecting Europe.

GUIDA - Per supportare la promozione delle opportunità delineate da queste nuove sinergie, la Commissione Europea fornisce una guida contenente le regole base per combinare l’utilizzo dei differenti fondi e le raccomandazioni agli attori coinvolti per facilitare al meglio le sinergie.L’obiettivo della guida è di fornire spiegazioni, elementi utili e raccomandazioni alle Autorità di gestione (Managing Authori-ties) e alle organizzazioni coinvolte nella progettazione, nello sviluppo e nell’attuazione di strategie legate ai Fondi strutturali e di investimento europei (ESIF) e ai programmi di ricerca e innovazione.Dopo una prima parte dedicata alla definizione del concetto di “sinergie” e alla spiegazione del loro funzionamento, il do-cumento si sofferma sui punti salienti della nuova Politica di coesione per il periodo 2014-2020.Il documento illustra quindi possibili opportunità di sinergia con Horizon 2020 e con gli altri programmi europei legati all’in-novazione, e la base legale che le supporta.La parte finale è dedicata a una breve presentazione delle mo-dalità di attuazione delle sinergie con il programma Horizon 2020 sulla base degli elementi emersi dalle presentazioni dei funzionari della Commissione europea durante alcuni eventi informativi. Questi ultimi elementi saranno oggetto di un esa-me più approfondito nel contesto della guida per i beneficiari.EFG Cosme - http://www.eif.org/what_we_do/equity/single_eu_equi-

ty_instrument/cosme_efg/index.htm

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PROGRAMMIEUROPEI

Dal Pon Imprese e Competitività 380 milioni di euro per il Mezzogiorno

Online due decreti del Mise che rendono disponibili complessivamente 380 milioni di euro, a valere sulle risorse del PON Im-prese & Competitività 2014-2020, per pro-muovere l’innovazione e accrescere la com-petitività delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno attraverso il finanziamento di progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale.

Di questi, 180 sono destinati al sostegno di progetti finalizzati alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi esistenti, tramite lo sviluppo di tecnologie, ricondu-cibili alle aree tematiche individuate dalla Strategia nazionale di specializzazione in-telligente da realizzarsi nelle Regioni meno sviluppate (Campania, Basilicata, Puglia, Ca-labria e Sicilia) e nelle Regioni in transizione (Abruzzo, Molise, Sardegna).Sette le tematiche prioritarie: - Tecnologia dell’informazione e della comunicazione (Tic) - Nanotecnologie - Materiali avanzati - Biotecnologie - Fabbricazione e trasformazione avanzate - Spazio - Tecnologie riconducibili alle “Sfide per la società” del programma Horizon 2020

Potranno accedere alle agevolazioni anche i progetti di ricerca e sviluppo presentati nella fase 2 del programma Strumento PMI Horizon 2020 valutati positivamente ma non finanziati ai quali è stato riconosciuto,

dalla Commissione Europea, il Seal of Excel-lence.

Per il finanziamento dei progetti, che devo-no prevedere spese non inferiori a 800.000 euro e non superiori a 5.000.000, sarà con-cesso un finanziamento agevolato (pari al 20% delle spese) ed un contributo diretto alla spesa, variabile in base alla dimensione dell’azienda e alla tipologia di attività.

Per le sole Regioni meno sviluppate sono inoltre disponibili 200 milioni di euro per uno strumento destinato a Grandi progetti di R&S che prevede due distinti interventi agevolativi: Industria sostenibile Agenda digitale

I programmi dovranno prevedere spese tra 5.000.000 e 40.000.000 di euro.

I progetti che ricadono nei territori ammis-sibili - Regioni meno sviluppate e Regioni in transizione - presentati in forma congiunta potranno essere realizzati, per una quota non superiore al 35% dei costi ammissibili, anche in altre aree del territorio nazionale.

I termini di apertura e le modalità di pre-sentazione delle domande saranno definiti con successivo provvedimento.

Per info sui bandi consultare il sito del MISE (Ministero

Sviluppo Economico) o contattare il team di Prospettiva

Europea all’indirizzo [email protected]

EUROPROGETTAZIONE

Associazione PROSPETTIVA EUROPEA - Cod. Fisc. 95149880635

LABORATORI SU BANDI REALI

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EUROPA 2020ISTRUZIONI PER L’USO

A NAPOLI e ROMA32 ORE - 200,00€

COORDINAMENTO DIDATTICO Paolo Carotenuto - Roberto Giuliani

INFO E REGISTRAZIONI3461527838

[email protected]

COME PARTECIPARE AI PROGRAMMI EUROPEIERASMUS+ - EUROPA PER I CITTADINIHORIZON 2020 - CREATIVE EUROPE - LIFECOOPERAZIONE EUROMEDITERRANEAPROJECT CYCLE MANAGEMENT (PCM)LA STESURA - IL PARTENARIATO - IL BUDGET

SI RILASCIA ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE PER CFU

www.europalab.org

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Cultura Crea - il nuovo programma del Mibact per le imprese della filiera culturale e creativa

CULTURA

L’Italia è il primo Paese in Europa che ha de-dicato un Piano Operativo Nazionale intera-mente alla cultura, al fine di valorizzare il ter-ritorio attraverso interventi di conservazione del patrimonio culturale, potenziamento del sistema dei servizi turistici e sostegno alla filiera imprenditoriale collegata al settore. Il PON Cultura e Sviluppo 2014-2020, con un ammontare complessivo di circa 490,9 milioni di euro (di cui 368,2 milioni di euro a valere sui fondi strutturali europei (FESR) e 122,7 milioni di euro di cofinanziamento nazionale), gestito dal MiBACT, nel ruolo di amministrazione proponente e Autorità di gestione, dà attuazione alle scelte strategi-che ed agli indirizzi definiti dall’Accordo di Partenariato tra l’Italia e la Commissione Eu-ropea. L’Accordo individua tra gli obiettivi tematici la protezione, promozione e svilup-po del patrimonio culturale, asset di impor-tanza cruciale per lo sviluppo del Paese, sia in termini di crescita e coesione sociale, sia per gli effetti e le ricadute positive sul siste-ma dell’industria culturale e creativa.

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Martedì 19 luglio a Matera, sede della Ca-pitale Europea della Cultura 2019, presso il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Mo-derna della Basilicata – Palazzo Lanfran-chi, il MiBACT ha presentato CULTURA CREA, il programma di incentivi gestito da Invitalia, pensato per favorire la nascita e la crescita di micro, piccole e medie impre-se e del terzo settore della filiera culturale e creativa. Nel corso dell’incontro, che ha visto la partecipazione di varie realtà im-prenditoriali attive nel settore culturale, è stata illustrata la direttiva per le modalità e i tempi di presentazione delle domande per accedere ai fondi dell’Asse II del PON Cultura e Sviluppo (FESR 2014/2020) per un totale di 114 milioni di euro, per so-stenere le imprese culturali e creative delle cinque regioni del mezzogiorno coinvolte: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Si-cilia. Un budget stanziato dal Mibact per dar vita ad un nuovo sistema di incentivi destinato a sostenere la creazione e lo svi-luppo di micro, piccole e medie imprese

nel settore dell’industria culturale-turisti-ca, migliorare la fruizione dell’offerta cul-turale esistente e supportare le organizza-zioni no profit che intendano impegnarsi per la valorizzazione delle risorse cultura-li dei territori in cui operano.Nel corso della presentazione, con la par-tecipazione dei funzionari del Mibact An-tonia Paola Recchia e Dora Di Francesco, e di Invitalia, Paolo Massimi, del sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, del pre-sidente e del direttore della Fondazione “Matera-Basilicata 2019”, Aurelia Sole e Pa-olo Verri, sono state evidenziate le oppor-tunità del bando per i giovani in particola-re nello sviluppo di idee, progetti e servizi in grado di accrescere l’offerta culturale e turistica in vista dell’importante appunta-mento del 2019. “E’ la prima volta che il Mibact interviene attivamente nel sostegno delle industrie culturali e creative connesse ai grandi at-trattori culturali. Con le misure di “Cul-tura Crea” prende corpo la strategia del Ministero volta a valorizzare i territori me-diante la crescita di una imprenditoria di pregio variamente strutturata, che nasce e cresce intorno allo straordinario patrimo-nio culturale del Mezzogiorno.” ha dichia-rato il Segretario Generale del MiBACT, l’architetto Antonia Pasqua Recchia.Il nuovo sistema di incentivi è gestito da Invitalia che, con una procedura “a spor-tello” valuta i business plan, eroga i finan-ziamenti e monitora la realizzazione dei progetti d’impresa. Come previsto dal decreto del Ministro (DM 243/2016) gli aiuti saranno suddivisi in tre filoni d’intervento: - creazione di nuove imprese dell’indu-stria culturale e creativa che promuovano l’innovazione, lo sviluppo tecnologico e la creatività a cui sono destinati 41,7 milioni di euro;- sviluppo delle imprese dell’industria cul-

rale, turistica e manifatturiera per cui è previsto un budget di 37,8 milioni di euro;- sostegno alle imprese del terzo settore attive nell’industria culturale turistica e manifatturiera per cui sono stanziati 27,4 milioni di €.

Nel concreto, le opportunità per l’impren-ditoria italiana si configurano attraverso contributi a fondo perduto e finanziamen-ti a tasso agevolato per le imprese costitu-ite in forma societaria da almeno 36 mesi e team di persone fisiche che intendono avviare una impresa. Le attività ammesse e finanziabili, di importo non superiore ai 400 mila euro, riguardano investimenti come macchinari, attrezzature e licenze, spese di gestione (personale, servizi per tecnologie dell’informazione e della co-municazione) e consulenze specialistiche esterne.

Da settembre gli esperti di Invitalia daran-no il via ad un roadshow che toccherà tut-te le regioni del Mezzogiorno con lo scopo di presentare le tre linee di intervento nel quale si articola il programma di incentivi di Cultura Crea.Alla fine di ogni incontro sarà possibile prenotarsi per incontri one-to-one e ap-profondire eventuali progetti d’impresa già esistenti.Tutte le informazioni sono disponibili sui siti www.beniculturali.it e www.invitalia.it. sarà possibile presentare le domande onli-ne sul sito www.culturacreativa.benicul-turali.it, gestito da Invitalia a partire dalle ore 12.00 del 15 settembre prossimo.

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Innovazione scientifica e tecnologica: la cooperazione Italia – Cina passa da Città della Scienza

COOPERAZIONE

La cooperazione scientifica e tecnologica tra centri di ricerca e aziende innovative di Italia e Cina muove passi sempre più decisi nell’ottica della condivisione e della crescita comune. Si svolgerà in Italia l’evento promosso, con il coordinamento di Città della Scienza, dal Ministero dell’Istruzione italiano e dal Mi-nistero della Scienza cinese che riunisce in un unico format, secondo la formula del back to back, i due principali appuntamen-ti della cooperazione sino-italiana: la setti-ma edizione del China-Italy Innovation Fo-rum e la decima edizione del Sino–Italian Exchange Event.

Dal 25 al 27 ottobre a Napoli, Bologna e Bergamo la tre giorni dell’Italy-China Science, Technology & Innovation Week 2016

L’obiettivo della Italy-China Science, Tech-nology & Innovation Week 2016 è la pro-mozione di un confronto continuo tra Ita-lia e Cina sui temi dell’innovazione, della scienza e della tecnologia, per costruire partenariati tecnologici, produttivi e com-merciali nei contesti innovativi ricerca-im-presa dei due Paesi.L’iniziativa sarà concentrata su tre giorni e vedrà l’evento principale a Napoli (26-27 Ottobre) alla presenza del Ministro della Ricerca Stefania Giannini e del Ministro della Scienza e Tecnologia Wan Gang e due tappe territoriali:

- a Bergamo sul tema della Advanced Ma-nufacturing e dell’e-health (25 Ottobre)- a Bologna sul tema dell’Agrifood (26 Ot-tobre)che si ricongiungeranno a Napoli dove sa-ranno organizzati gli incontri B2B.

La Italy-China Science, Technology & Inno-vation Week segue il format consolidato-si negli anni: seminari tematici, tavole ro-tonde e incontri Business-to-Business tra operatori dei due Paesi, nell’ambito di una cornice istituzionale creata con i ministeri e i principali enti pubblici italiani e cinesi che si interessano di Ricerca e Innovazione sui temi di maggiore attualità e di recipro-co interesse.

L’evento principale di Napoli, che si terrà a Città della Scienza, offrirà diversi momen-ti di interazione e incontro. In particolare si darà vita alla prima edizione della Chi-na-Italy Startup Competition, un evento speciale per le Start-Up Innovative e i Gio-vani Talenti, che avranno l’opportunità di

incontrare investitori ed incubatori italia-ni e cinesi potranno essere condivise per realizzare nuovi progetti innovativi combi-nando “tradizioni culturali e innovazione digitale”.Spazio anche all’Education Programs and Agorà che punterà a promuovere gli scam-bi accademici e la cooperazione per le scuo-le, le università, i science centres e i musei della scienza, e la mobilità degli studenti, ricercatori e docenti, e Smart Cities Area, per la valorizzazione delle best practices e dei progetti di ricerca sulle smart cities and communities.

Vista la forte manifestazione di interesse da parte delle università, dei centri di ri-cerca, delle imprese innovative nonché del sistema dell’istruzione italiano, la Call per la Partecipazione è stata prorogata al 15 settembre 2016 per le richieste agli incon-tri B2B (che si svolgeranno solamente a Na-poli), mentre le iscrizioni all’evento rimar-ranno aperte fino al 30 settembre 2016. (pc)

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ITALY CHINA SCIENCE, TECHNOLOGY & INNOVATION

WEEK 2016

L’Italy-China Science Technology & Innovation Week 2016 è la princi-

pale piattaforma italiana di cooperazione con la Cina in ambito scien-

tifico e tecnologico, finalizzata a creare partenariati tecnologici, pro-

duttivi e commerciali nei contesti innovativi ricerca–impresa

China Italy Science, Technology and Innovation Program Il China Italy Science, Technology and In-novation Program è un programma plu-riennale di internazionalizzazione dei si-stemi accademici, scientifici e di impresa a forte caratterizzazione innovativa tra Italia e Cina, basato su una piattaforma stabile di scambio, promosso dal MIUR e coordinato da Città della Scienza in colla-borazione con il CNR e le principali realtà imprenditoriali e di ricerca attive nel setto-re della scienza, della tecnologia e dell’in-novazione.

PIATTAFORMA TECNOLOGICAPer la gestione del programma Città del-la Scienza si è dotata di una piattaforma tecnologica con l’obiettivo di facilitare ed accompagnare l’incontro tra organizza-zioni italiane e cinesi. La piattaforma per-mette di strutturare e classificare i profili dei soggetti interessati a collaborare, pre-sentando la descrizione dei loro progetti e delle loro tecnologie e illustrando gli inte-ressi in termini di cooperazione e business development.Uno strumento dunque in grado di suppor-tare continuamente la ricerca di potenziali partner, verificare le affinità scientifiche e professionali, programmare incontri di bu-siness matching e azioni di follow-up per finalizzare la collaborazione.La piattaforma viene utilizzata come stru-

mento di lavoro da Città della Scienza e dai partner cinesi, che rappresentano le strutture di riferimento per ricercatori, innovatori e imprenditori che intendono intraprendere attività di internazionaliz-zazione. Due sono i terminali operativi in Cina: il Beijing Municipal Science and Te-chnology Commission (BMSTC) e il Beijing Association for Science and Technology (BAST).

I settori prioritari di interesse sono identi-ficati di anno in anno, in coerenza con le linee guida del Programma Nazionale Ita-liano per la Ricerca e del XIII Piano Quin-quennale cinese, che pongono la ricerca e l’innovazione come fattori strategici per lo sviluppo. I principali ambiti di lavoro sono: Aerospazio – Agrifood – Chimica Verde – Scienze della Vita & Salute – Cle-an Tech & Ambiente – Energia – Mobilità Sostenibile – Blue Growth (economia ma-rittima) – New Generation ICT – Fabbrica Intelligente – Design & Industrie Creative – Smart Cities & Communities – Turismo & Patrimonio Culturale – Education & Trai-ning – Aspetti Socio-Economici (open in-novation, Technology Transfer, finanza e venture capitals, proprietà intellettuale).Particolare attenzione è rivolta alle stratup innovative, per facilitare il loro incontro con investitori e venture capitalist cinesi, e ai makers, per promuovere la fabbricazio-ne digitale e la manifattura 4.0 che rappre-senta oggi la nuova frontiera industriale.

FONDI REGIONALICAMPANIA

Nell’ambito della programmazione dei fon-di europei 2014-2020 della Regione Cam-pania, una grande opportunità per progetti di sviluppo del territorio presentati dagli enti locali è rappresentata dai Programmi Operativi Complementari (POC).

Nella programmazione della gestione di tali risorse la Regione Campania ha appro-vato il Piano Operativo Complementare per i beni e le attività culturali, per il quale è stato stanziato un budget di 82 milioni di euro per le annualità 2016-2017, nella cor-nice del Piano “Cultura 20/20” predispo-sto dal Consigliere del Presidente Sebastia-no Maffettone, finalizzata a configurare il territorio campano come un unico grande distretto culturale e turistico. Nell’ambito di tale piano, assume partico-lare rilevanza l’azione operativa “Azioni di

Valorizzazione e Promozione dei Beni e

dei Siti culturali della Campania – Benefi-

Campania, le opportunità dei POC per gli enti locali

Sebastiano Maffettone

ciari Enti Locali e Organi Periferici del Mi-

BACT“ per la cui attuazione è stata destina-ta la somma complessiva di € 5.000.000,00.La Direzione Generale per le Politiche So-ciali, le Politiche Culturali, le Pari Oppor-tunità e il Tempo Libero con decreto di-rigenziale n. 236 del 24/06/2016 ha a tal proposito approvato l’Avviso Pubblico per la selezione e finanziamento di azioni di valorizzazione e promozione dei Beni e dei Siti culturali della Campania, destinato a proposte presentate esclusivamente in for-ma singola o associata, da Enti Locali e Or-gani Periferici del MiBACT, entro il termine di scadenza fissato per le ore 13.00 di ve-nerdì 29 luglio 2016.Le proposte progettuali, il cui finanzia-mento a valere sulle risorse del POC Beni e le Attività culturali per le annualità 2016-2017 dovrà essere contenuto nell’importo massimo di € 200.000,00, dovranno neces-sariamente prevedere eventi/attività cul-turali e interventi per la valorizzazione e fruizione dei beni immobili di valore stori-co-artistico, architettonico e archeologico.

Un’ulteriore preziosa opportunità per pro-getti di sviluppo da enti locali è fornita dal Programma operativo complementare per la progettazione di opere e infrastrutture da parte di Enti pubblici locali.Un budget di 40 milioni di euro messo a di-sposizione dalla Regione Campania con un nuovo bando pensato per accelerare l’uti-lizzo degli strumenti della programmazio-ne europea in un’ottica di sviluppo locale e

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neficiari:- Enti locali (Comuni, Province, Città me-tropolitane, Unioni di Comuni, Comunità Montane, Enti Parco, Comuni associati ex legge regionale 16/2014); - Enti pubblici non economici; - Organismi di ricerca pubblici; - Istituzioni universitarie pubbliche; - Enti del Servizio sanitario regionale; - Gestori di servizio pubblico.

Fasi della progettazione - Il contributo può riguardare una o più delle seguenti fasi: - redazione del progetto di fattibilità tecni-ca ed economica; - elaborazione del progetto definitivo; - elaborazione del progetto esecutivo; - attività di verifica preventiva;- validazione della progettazione.

La progettazione potrà essere realizzata con l’utilizzo di risorse interne, rivolgen-dosi a professionisti esterni, o attraverso procedure di evidenza pubblica.

Il contributo può coprire fino al 100 per cento del costo della progettazione dell’o-pera o dell’infrastruttura.

Le domande devono essere inviate esclu-sivamente in modalità telematico a partire dal 1° agosto 2016 e non oltre le ore 13 del 15 settembre 2016 nell’apposita sezione dedicata al Fondo di rotazione sul Portale gare della Regione Campania.

40 milioni di euro per interventi di rige-nerazione urbana, infrastrutture, servizi

sanitari, filiere bio-energetiche

rilancio territoriale.Il bando prevede la costituzione di una graduatoria per il finanziamento della pro-gettazione di opere o infrastrutture finaliz-zate alla realizzazione delle seguenti tipo-logie di azioni:- interventi di rigenerazione urbana, in col-legamento con altri ambiti tematici, quali la mobilità sostenibile; - attività di ricerca e innovazione; - creazione di infrastrutture di cura so-cio-educative rivolte ai bambini e a persone con limitazioni all’autonomia; - potenziamento dell’offerta di servizi sa-nitari e socio-sanitari territoriali; - smart cities and smart communities; - filiere bio-energetiche; - investimenti per la resilienza e l’adatta-

I Programmi Operativi Complementari, finanziati da una quota delle risorse del Fondo di rotazione destinate al cofinan-ziamento nazionale hanno l’obiettivo di garantire il completamento di inter-venti avviati nel settennato 2007-2013 e nel contempo dare vita a nuove azioni relative al periodo di programmazione 2014-2020.

In seguito alla riduzione del cofinan-ziamento nazionale al di sotto del 50% per alcuni POR e al di sotto del 45% per alcuni PON, come indicato dalla Delibera Cipe 10/2015, è stato predisposto per i

I PROGRAMMI OPERATIVI COMPLEMENTARI

Programmi di Azione e Coesione Com-plementari 2014-2020 un budget com-plessivo di 7,4 miliardi di euro, suddivi-so nel modo seguente: circa 4,4 miliardi per i Programmi Regionali e circa 3 miliardi per quelli nazionali.

Nel dettaglio, i Programmi Complemen-tari Regionali interessano tre regioni:- Calabria, con un budget di 832,6 milio-ni di euro,- Campania, con risorse per un miliardo e 732,7 milioni di euro,- Sicilia, con disponibilità per un miliar-do e 882,3 milioni di euro.

mento climatico; - prevenzione del dissesto idrogeologico; - promozione e sviluppo della cultura e va-lorizzazione e messa a sistema del patri-monio culturale; - tutela e valorizzazione ambientale; - promozione del trasferimento di cono-scenze e innovazione nel settore agricolo, forestale e delle zone rurali;- riqualificazione siti produttivi dismessi; - efficientamento energetico degli edifici pubblici e dell’edilizia abitativa pubblica; - innovazione nell’edilizia scolastica ed universitaria.

Possono presentare domanda di contribu-to soggetti pubblici e organismi di diritto pubblico. Nello specifico rientrano tra i be-

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