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Lunedì 31 Agosto 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | ESTERI » 13

I m m ag i n idel degradoL’Avana è unacapitale cheha bisogno dig ra nd ii n f ra st r ut t u re

sibile trovare posto in queigiorni, è tutto sold out: a con-fronto l’appuntamento conJohn Kerry dello scorso 14 a-gosto è stata solo una gitarel-la di piacere. “Questo perchéil cambiamento nel Paese è i-niziato con la visita di Gio-vanni Paolo II nel 1998”,spiega Hugo, impegnato neilavori sulla piazza. Una stret-ta di mano con Fidel e qual-cosa si è sgretolato.

NON È SOLO questo. “Ker ryresta comunque uno statuni-tense – continua l’o p er a i ocubano – e non dimentichia-mo cosa è accaduto in questid ec e n ni ”. E a differenza di

Raul, non lo dimentica nean-che l’89enne Castro: mentreil fratello piccolo accoglieval’uomo inviato da Obama, ilvecchio lìder maximo incon-trava il presidente bolivianoEvo Morales e quello vene-zuelano Nicolas Maduro,con un messaggio chiaro ver-so il paese Stelle e Strisce:tutto bene, siamo contenti,ma dovete riconoscerci undanno economico per questi50 e passa anni d’e m b ar g o .Poliziotto buono e poliziottocattivo, forse un gioco deiruoli, il rivendicare il quantofatto, il tenere unito un popo-lo, mantenere una chiave diorgoglio, lo stesso orgoglio

NON È RARO, negli Stati Uniti di questi giorni, sentirdefinire Bernie Sanders un "quasi marxista". Eppure èsu tutti i giornali, in ogni tv news, ha molto da dire suisocial network, con un numero di contatti altissimo,ed è il tema più frequente di dibattiti e discussioni inAmerica. Chi è Bernie Sanders, e perché parla tanto,anche in auditori gremitissimi, e di lui si parla tanto,adesso? È un senatore eletto nel Vermont non comedemocratico ma come “socialista”, unico nella storiadegli Usa. Ha sempre mantenuto una posizione fran-camente di sinistra, giudicando persino Obama“troppo timido e rispettoso dei "capitalisti e conser-va to r i ”. Sembra la descrizione di un caso di colore. In-vece è la scheda di un candidato democratico che sta

sfidando Hillary Clinton, con notevoli risul-tati nei sondaggi e che certo infastidirà nonpoco la ex first lady ed ex segretario di Statodurante le primarie dell’anno prossimo. Sibatte per l’uguaglianza, contro il potere del-le corporation, per la rivalutazione radicaledel lavoro e dei salari, per le università gratuite, per unaiuto molto più forte delle armi alla parte debole e po-vera del mondo. Il suo opponente principale, sul latodestro dello schieramento, è Donald Trump, tropporicco, molto furbo, poco intelligente, forte di parados-sali ed eccessivi discorsi di una destra quasi pazzoide:muri dovunque, guerra quando serve, espulsione ditutti i non americani, clandestini o no, riconquista an-

che armata della leadership del mondo, tassequasi abolite per i ricchi che, generando ric-chezza, sono di per se dei benefattori. Il N ewYork Times di domenica aveva in una pagina lafotografia di una immensa folla accorsa a LosAngeles per ascoltare Bernie Sanders. E fra gli

articoli politici, questo titolo: “Trump non si sgonfieràfacilmente. Resterà un candidato importante”. Que-sta storia americana ci dice che c'è una fuga dal centroe una corsa, convulsa e non ancora interpretata, versouna sinistra molto più a sinistra, mentre si consolidauna destra molto più destra. Una simile corsa non puòavvenire in un Paese solo. Gli Usa, come il solito, loannunciano un po’ prima.

STOR I A&GEOGRAFIA

ASCESA DEL SENATORE“QUASI MARXISTA”» FURIO COLOMBO

Lo statoCuba è unarepubblica e ipoteri daoltre mezzosecolo sonoin mano aFidel Castroe, adesso, alfratello Raul

2m i l ion iGli abitantidell’Avana, lacapitaledell’isolasede delgoverno e delPar tito

7per milleLa mortalitàinfantile èuna delle piùbasse almondo (7per mille). Lasperanza divita è di 74anni per gliuomini e 79per le donne.Il tasso diu r b a n i zza z i o n eè del 75%

TOM TOM

DL’EMBARGO TOTALEINIZIATO NEL 1961

Il 25 aprile 1961 gli Stati Unitidecretarono un embargo totaleverso Cuba: l’isola economica-mente dipendeva dall’ex Urss.L’anno successivo, in pienaGuerra fredda, l’installazione diimpianti missilistici sovietici sulsuolo cubano conclusa con unaccordo tra John FitzgeraldKennedy e Nikita Krusciev

DLA SUCCESSIONEDI FIDEL CASTRO

Il 31 luglio del 2006 Fidel Castrosi dimette dagli incarichi a cau-sa dei suoi problemi di salute. Asuccedergli fu il fratello Raul

DLA RIAPERTURADELLE AMBASCIATE

Il 30 giugno 2015 Cuba e gliStati Uniti hanno raggiunto unaccordo per la riapertura delleambasciate nelle rispettive ca-pitali, puntualmente avvenuta il20 luglio 2015. Nella sostanzasi chiude definitivamente l’em-bargo durato quasi 54 anni

manifestato da chiunquequando indica la capillarepresenza di ospedali o strut-ture mediche. Ovunque. An-che nei paesini più sperduticon quattro case, quattro, inmezzo ai monti, dove l’asfal -to è uno sconosciuto, il caval-lo e la carrozza un comunemezzo di locomozione, an-che qui c’è l’insegna di uncentro medico, “e siamo ob-bligati a farci visitare ognisettimana, la prevenzione èf o n d a m e n t a le ”, spiega uncampesinos tra Trinidad eSanta Clara. Sì, è fondamen-tale, e non è solo una questio-ne di salute in generale, di ri-spetto dei cittadini, è perchénon esiste big pharma, non cisono margini per lucrare sul-le medicine, sul dolore, sullaipocondria occidentale: lepasticche sono poche e con-tate. “E poi questo Papa è ar-gentino, come il nostro Che”,conclude Hugo. Argentino enel curriculum un crocefissoa falce e martello ricevuto indono a luglio dal presidenteMorales, lo stesso leader su-damericano in visita da Fi-del.

“Comunque tra poco quice sarà da ride”. Cioé? “Se fa -ranno i sordi, ma quelli veri”.Aldo è alto, magro, ben vesti-to. Espressione poco sveglia.Arroganza volutamente noncelata. È di Roma e da quattromesi viaggia sull’Hava na.“Qui stanno a zero, nu nc’hanno un cazzo, c’è la mar-mellata da prendere a duemani, il problema è anticipa-re gli altri, imboccare la stra-da giusta, e posizionarsi perquando tutto sarà libero. Per-ché tutto sarà libero e allo-ra...”Business. Basta ascolta-re i discorsi in aereo, o in ae-roporto per sentirne l'odore;basta scrutare la quantità digiacche e di cravatte, le 24 oredi pelle, i cellulari che squil-lano nonostante i costi mo-struosi. Oggi, più di ieri,quando gli occidentali già ne-gli anni Ottanta credevanonel soldo facile, in una svoltaimminente.

Undici milioni di abitanti,gli Stati Uniti a sole novantamiglia marine, e l'occidentelontano sessant'anni: ancoranon esistono i cartelloni pub-blicitari, solo grandi immagi-

ni della Rivoluzione; nienteinsegne dei negozi, non esi-stono i negozi stessi. Le gran-di fabbriche sono quasi tuttespente, quelle poche sonolontane dai centri abitati pernon incidere sulla popola-zione. Le strade sono da rea-lizzare, sull’isola esiste soloun'autostrada dove è consi-gliabile andare molto piano:è normale trovare una muccaattraversare una carreggiata,o un calesse trainato da ca-valli. Il traffico è scarsissimo,non ci sono auto, sempre perla storia del sapersi arrangia-re, sono circa sessantamila leleggendarie Chevrolet oBuick dei mafiosi anni Cin-quanta, già le vendono: per lemigliori, quelle originali, coni sedili di pelle plastificati pernon sciuparsi, c'è chi chiedeanche centomila euro.

LA PRODUZIONE di sigari èdello Stato, come quella delrum Havana Club, e la fami-glia Bacardi non cela un de-siderio di rivincita (anche lo-ro lontani da Cuba dopo l'e-spropriazione dell'azienda, eun bellissimo palazzo al cen-tro dell’Havana da riconqui-stare). E poi la sanità, i farma-ci, l’economia del dolore, letelecomunicazioni, con unsatellite, quello statunitense,da poter agganciare per con-quistare Internet. “Oh, peròsiamo ancora fermi, qui c'è u-na burocrazia da urlo – pro -segue il romano Aldo – anco -ra devi fa' finta de sposatte u-na cubana, poi ti prendi unacasa e un grande magazzinodove accumulare di tutto: daimobili, alle radio antiche allestesse auto. Poi quando apri-ranno le frontiere, se faremodelle belle risate”.

Quando apriranno le fron-tiere Cuba diventerà altro.Non meglio o peggio, altro. Emagari qualcuno leggerà il li-bro di Emmanuel Carrère,Limonov, che parte con unafrase pronunciata anni faVladimir Putin: “Chi vuolerestaurare il comunismo èsenza cervello, chi non lorimpiange è senza cuore”.

Twitter: @A_Ferrucci© RIPRODUZIONE RISERVATA

Comunquetra pocoqui ci saràda ridereIn chesenso? Nelsenso chesi farannoi soldi, maquelli veri”

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